La concessione del gip Giulio Argenio a Gianluca Festa, ha qualcosa di difficile da capire, ma certo il giudice ha una visione illuminata della legge.
La possibilità che ha avuto l'ex sindaco agli arresti domiciliari, di uscire liberamente da casa e andare a votare, è una di quelle stronzate megagalattiche indigeribili, per chi come noi, creda che la legge debba essere amministrata con rigore, e sguardo univoco delle vicende.
Questo buonismo del giudice che permette l'uscita dagli arresti, anche se per pochi minuti, di Festa, ha il sapore di un ripensamento inaccettabile, che tenda a far passare a questo punto, l'ex primo cittadino, una vittima del sistema.
Quasi delle scuse, quelle di Argenio, a un miserabile che non ha alcuna possibilità di redimersi, vista la dedizione all'arrogante atteggiamento malavitoso, condiviso equamente con Laura Nargi.
Gli inquirenti hanno dimostrato ampiamente, la complicità di questa donna presa talmente da Festa che ha perso ogni barlume di lucidità, utilizzando un secondo cellulare per il contatto personale esclusivo.
Quella parte della città che ha votato per l'ex vice sindaco, complice a tutti gli effetti, di un delinquente agli arresti domiciliari, è malata come e di più, degli ottantotto candidati che si sono prestati perché si restaurasse una continuazione dello sporco disegno di Festa e compagni.
Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, ha descritto peculiarmente, l'iter giudiziario che ha visto i due comparielli aiutarsi nel tentativo di depistare la Procura, e non si capisce come Laura Nargi sia ancora a piede libero.E lo stesso ci chiediamo, per i due dirigenti apicali del Comune, Vincenzo Lissa e Gianluigi Marotta, senza i quali niente sarebbe potuto accadere.
La giunta poi, o ha nicchiato per stupidità o per interesse, ma considerato che erano almeno dieci persone, compresa la desaparecida Barbara Politi, scomparsa senza lasciare traccia, qualcuno sano di mente per un calcolo delle probabilità, doveva pur esserci.
Dulcis in fundo, non possiamo dimenticare la maggioranza, una banda di pecoroni sempre pronti ad alzare il ditino per asseverare qualsiasi decisione festiana.
Insomma un sistema tanto banditesco che sarebbe stato veramente difficile che la potessero fare franca, anche se, dobbiamo dire che senza Nicola Giordano, le possibilità c'erano..!
In ultimo, l'intervento di Gianfranco Rotondi, un parlamentare per sempre, che leccando qui e là, è riuscito a non lavorare almeno per trent'anni.
Vicino umanamente a Festa che forse avrebbe vinto queste elezioni, il delirio di un rappresentante dello Stato che aborrisce legge, Procura e Corte d'Appello, pur di mantenere aperta qualche porta dopo il probabile defenestramento che Meloni, il nuovo padrone, gli riserverà..!
Avellino, come l'Italia intera, non meritano il suffragio universale, immensi idioti non sanno manco aprire una scheda per votare, basti pensare che Nicola Poppa ha ricevuto consensi alle europee, e un Capoluogo che inneggia a un malvivente e alla sua compagna, dovrebbe scomparire dalla cartina geografica..!
RDM
Nessun commento:
Posta un commento