La situazione avellinese per le elezioni di giugno è complessa da spiegare, perché alla fine si è deciso per sfinimento.
E riteniamo che Rino Genovese, un candidato serio che hanno voluto scomodare artatamente, per la sua professionalità determinata anche da un'esperienza di amministratore a Mercogliano, sia stato preso dall'orgoglio di esserci.
Le liste che lo sostengono sono in funzione di volponi che non si fermerebbero certo, dinanzi a un no da parte del presunto primo cittadino.
Per cui il sindaco in pectore, si ritroverebbe nelle mani degli stessi che hanno governato con Festa negli ultimi cinque anni.
Hai voglia di cambiare camicia o cravatta, Petitto e D'Agostino sono un alter ego di Festa che anzi, per molti versi, è stato un burattino nelle loro mani.
Per cui la vediamo molto dura questa competizione, anche perché le compagini sono tante e tali, che fare un pronostico diventerebbe veramente roba da stregone.
I fatti storici, certo, premierebbero la sinistra canonica che ha governato, male, negli ultimi trenta o quarant'anni, ma l'arroganza di quella pseudo destra che è arrivata al potere nazionale, potrebbe giocare qualche scherzetto nonostante i personaggi, anche qui.
Alla fine tutto torna, dove c'è un cadavere, non mancano gli avvoltoi, e la città da sempre abusata, è ancora pronta a farsi stuprare, perché si sa, la Sindrome di Stoccolma esiste, eccome, e gli (a)vellinesi si sentono sentimentalmente attratti dai propri aguzzini.
RDM
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