Nargi non solo partecipa a una competizione che l'avrebbe voluta in disparte, ma raddoppia, proponendosi perfino sindaco di un'eventuale nuova amministrazione, che potrebbe nascere dalle proprie file.
Una pletora di persone ignave che non si riconoscono nella legge, le cosiddette garantiste, la formula distonica che annulla documentazioni, annosi lavori investigativi, intercettazioni e valutazioni comportamentali dei soggetti sotto indagine.
I candidati delle quattro compagini iscritte al confronto elettorale di giugno, non hanno dubbi, invece, alla faccia della Procura, loro sanno per certo che Laura Nargi non abbia niente a che fare con le nefandezze perpetrate negli ultimi cinque anni amministrativi.
Questi signori affiderebbero la propria azienda a chiunque fosse indagato per falso in bilancio, purchè di proprio gradimento, o manderebbero i figli a scuola, accompagnati dall'amico di famiglia sotto indagine per pedofilia.
Beh, sono scelte, sicuramente noi non condividiamo, e anzi eviteremmo con cura, i nominativi presentati al Comune da Laura c'è, che invece, non ha avuto il coraggio di farsi vedere insieme agli altri competitori alla prima seggiola comunale.
Speriamo che la signora Nargi venga esclusa con qualche provvedimento interdittivo, prima che possa tentare di inficiare le elezioni che se dovesse vincere, rischierebbero l'annullamento, producendo l'ennesimo commissariamento.
La sola presentazione di Laura c'è, dimostra quale sia il rispetto per le istituzioni che vorrebbe rappresentare, prescindendo da qualsiasi risultato.
Se solo avesse il senso del ruolo che potrebbe ottenere, non avrebbe mai messo a rischio l'amministrazione in fieri, ed è già questo comportamento che fa dubitare della buona fede del personaggio.
Ma chi non ha peccato scagli al prima pietra, e Enza Ambrosone, rinviata a giudizio per truffa aggravata, nel 2016, quando era consigliere comunale, oggi parla del Pd come se avesse avuto da sempre un amore viscerale per il partito.
L'impiegata Inps, chiacchierata anche per le assenze dal lavoro, faceva parte dell'Udc, non del suo PD, e i tanti discorsi di convenienza a favore di microfono, lasciano il tempo che trovano.
I fatti sono questi, e Gengaro smetta di chiamare Alice nel Paese delle Meraviglie, Laura Nargi, perché andando a scavare, proprio pochi si salverebbero almeno dall'opportunità di scegliere una candidatura, che abbia una ragione idonea agli interessi della Comunità.
Basterebbe tornare indietro di poco, per accorgerci quanti ex consiglieri hanno dato una mano a Galasso e a Foti poi, per nascondere debiti fuori bilancio che la Corte dei Conti non avrebbe mai approvato, firmando piani di riequilibrio finanziario privi di senso.
Embè, ce ne sono alcuni che da venti anni vivono alle nostre spalle sul Comune, rivestendo ruoli e incarichi senza limiti di discontinuità.
Pronti e vivaci nelle liste che dovremo vagliare a giugno, con un bagaglio di voti ebeti che corrobora da sempre, le proprie campagne elettorali.
RDM
In sintesi estrema, Enjonjo è figlio di Enze e del suo degno contorno.
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