Il sindaco sta già pensando alle prossime amministrative del 2024, mai col Pd, ha profferito il megalomane scordarulo, ha dimenticato, infatti, che il partito democratico l'ha espulso insieme ai suoi sodali che gli tengono il sacco al Comune.
Certo la legittimità delle aspettative del primo cittadino cozzano violentemente, con i dati che raccontano un'assoluta immobilità amministrativa e anche grave, se analizziamo la vergogna del Piano di Zona.
L'arrogante sicumera di Giangi non gli consente di rendersi conto del fallimento amministrativo della propria gestione, ma la tristezza sta nella ignominiosa contrattazione delle politiche sociali attraverso un consorzio mai partito.
Il sindaco si è opposto al commissariamento che l'assessore regionale Lucia Fortini, dopo molteplici avvertimenti aveva messo in atto.
Cosicché il Tar ha voluto sospendere il tutto fino a ottobre, e il prode politico invece d'approfittarne mettendo fine a un atteggiamento capriccioso, che lede profondamente i bisognosi e gli sfortunati, ha continuato a destabilizzare i sindaci tant'è che alla fine sono rimasti in due, in un consiglio d'amministrazione illegale.
L'atteggiamento puerile che ha determinato tanti disagi agli avellinesi di ogni estrazione sociale, ha distrutto qualsiasi legittima aspettativa, fottendosene di allagamenti, autistici, piste ciclabili, strade...
Si è inimicato il presidente regionale De Luca che già ci penalizzava a prescindere, ma ora puntigliosamente ci ostacola senza remore.
Lasciamoli vivere...!
Abbiamo perso i finanziamenti destinati a chi fosse capace di redigere due progetti accettabili, da 35 milioni per trecento appartamenti, il tunnel è ancora chiuso come vent'anni fa, e la filovia invece di dismetterla dopo lo spreco di venti milioni, brucia ulteriori 750 mila euro, per collaudare una mostruosità mai funzionale alle esigenze di una città moderna.
Un delirio d'onnipotenza intanto, gli fa sperare in una riconferma, come se il taglio degli alberi d'alto fusto anche per far posto alla ragnatela aerea, di una palificazione irriverente e invasiva, non fosse mai avvenuto.
Il furto al Fenestrelle sotto gli occhi dell'intera cittadinanza, la brutta figura del Gesualdo vuoto e privo d'interesse, i fumi che continuano a infestare il territorio, e la permissività dagostiniana di non pagare i debiti, sono la sintesi di una gestione personalistica insopportabile.
Lo rivogliamo al potere uno così...?
RDM
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