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venerdì 11 marzo 2022

Avellino: la dabbenaggine non è solo una patologia, ma è la causa di tanto malaffare...!

Piantare chiodi ci sembra un'attività più consona alle capacità giangesche...!

La miseria del pensiero unico ci mortifica ma non ce ne accorgiamo. 

Moda deriva dal termine latino modus, ossia norma, regola...maniera, ed è il mantra che conduce, mai così, la vita in questo secolo malato.

Vediamo correre la mattina podisti improvvisati incapaci di assumere una postura conveniente appoggiando i piedi senza cognizioni tecniche e scientifiche.

La neve, la pioggia, il freddo, non li fermano, qualunque altra ragione come il lavoro o un sacrificio per un meno abbiente, certamente.

Ed ecco sbocciare un improvviso innamoramento per tutto quanto sia ucraino, com'è avvenuto per un farmaco che ci si incaponisce a chiamare vaccino, divisivo per una battaglia insensata tra inoculati e non, così chi non abiuri la Russia, è un filo russo da combattere duramente.

Esiste al momento un conflitto interiore alla Caritas avellinese, che coinvolge da una parte il vice direttore Vitaliano Della Sala e dall'altra pensiamo a Carlo Mele il direttore, che pare in netta contrapposizione con il sacerdote comunista.

Della Sala si interessa particolarmente dei neri, mentre Mele, più imprenditorialmente, degli ukraini che vanno per la maggiore, e così accuratamente, che ha chiesto perfino l'intervento dell'Asl per fornire un sostegno psicologico ai rifugiati...!

Ci emozionerebbe tanto amore fraterno, se non fossimo sicuri che questa nuova iniziativa sia solo una furbata, per rendere l'accoglienza ancor più remunerativa dal punto di vista finanziario.

E certo, pur tenendosi sempre all'ombra della gratuità, lo scaltro direttore mostra il proprio impegno spasmodico, tale da costituire un'aggravante delle spese che la povera Caritas dovrà sostenere, per salvare anima e corpo agli sfortunati fuggitivi.

I morti italiani invece sono già nel dimenticatoio, quei senza tetto che hanno perso la vita per il freddo e l'assenza delle istituzioni, hanno subito i danni collaterali di chi purtroppo sia diventato povero, anzi di più.

Il Piano di zona di cui si parla e basta, da anni, subirà una nuova richiesta di commissariamento, le politiche sociali ormai nelle mani di un sindaco senz'anima, hanno dato i risultati che conosciamo.

Vedere Giangi usare un martello sulla panchina rossa capace di distogliere qualsiasi mania omicida passi anche sfuggevolmente, nella mente malata di chicchessia, è stato un momento corroborante e allo stesso tempo esaltante.

Un potente qual è il sindaco, ci ha donato con la sua azione da uomo socialmente superiore, la convinzione che tutto potrebbe accadere, perfino alla plebe: 

toccarlo la inebria come fosse un'ubriacatura...!

A Pasqua rispettiamo i cuccioli, sono come dei bambini...!

Ci sentiamo sopraffatti dalla tristezza, questa volta reale, di dover subire ancora un sindaco che si organizzi per non rispondere delle proprie colpe, o meglio, di improvvisate scelte.

Ha messo in ginocchio vari settori importanti per la cittadinanza, senza un progetto, un'idea costruita con attenzione e un calcolo di eventuali problematiche conseguenziali.

Ha eliminato il mercato con la dissolutezza del bambino viziato, senza pensare ai contraccolpi, sotto gli occhi di tutti, che hanno portato all'azzeramento di un centro di raccolta degli ingombranti, che pesa sulle dinamiche cittadine, oltre alla mortificazione di centinaia di famiglie.

Il trucco, ancora, di azzerare un ordine del giorno sui rifiuti è stato un campanello d'allarme per la sua permanenza a Palazzo di città; 

chissà se lo avrà capito, perché anche un arrogante pieno di sé qual è, avrebbe intuito che se va sotto in maggioranza, per i numeri che non tornano, c'è un malanimo che non è riuscito a placare: 

delle due l'una, o aumenta l'offerta e spera, o il gioco è finito, e lo sfratto è alle porte.

RDM



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