Se i tamponi rapidi, com'è dimostrato - rendono uno scarso 60% - i risultati dell'incremento dei contagi hanno una falla grande come una casa.
Ma pare che la signora Morgante non sia interessata alle dinamiche che hanno condotto a queste valutazioni, e da ex commercialista, evidentemente conosce solo 2+2 e ne trae le conclusioni.
Non si riuscirebbe a capire come mai ad Avellino, nessuno sappia fare il proprio mestiere, se non esistesse l'antico morbo della clientela che ha dato patenti a destra e a manca, formando una caterva di incapaci che dettano legge senza cognizioni di causa.
L'eccessivo numero di positivi che le fa chiedere aiuto ai sindaci, perché facciano il lavoro al posto suo, caro Direttore Generale, potrebbe essere la cartina tornasole della sua inadeguatezza nel ruolo che occupa.
Forse non si ricorda l'arroganza che pochi giorni fa, le ha consentito di snobbare l'invito al Consiglio comunale monotematico, insieme al suo omologo del Moscati, proprio per discutere di queste problematiche.
Mah, gente così, solo la politica poteva incoronare campione di qualcosa:
senza, sarebbe stata proprio dura, dimostrare d'essere quello che non si è.
Le chiusure che stanno mettendo in ginocchio il commercio, sono dovute principalmente a uno sconsiderato controllo dei contagi.
L'Asl avrebbe dovuto organizzare analisi sierologiche per stabilire se veramente, ci fosse il virus covid nelle persone controllate.
Ma che volete che capisca una signora messa là, forse, solo per una confessione ideologica sicura...?
E sperare nel sindaco, perché si possa aiutare la Città a evitare questo martirio di Stato, che richiude tutto discriminando con il plauso di quelli che sono stati fino a ieri, i sacerdoti della tolleranza e del rispetto delle persone, a prescindere etnia, religione o credo politico, è mera illusione.
Ha creato un casino gestionale, a colpi di alzate di testa e valutazioni amministrative sui generis.
L'ultima bestialità che aggraverà ulteriormente, le difficoltà di cassa, generate dal dissesto partito da lontano per un meccanismo distruttore che i bravi avellinesi, sempre minuscolo, continuano a scegliere da quarant'anni, è la penale da 500 mila euro per non aver caratterizzato le società partecipate entro fine anno.
E rispondere alla normativa per il controllo di attività, gestione e funzionalità, non è semplice e né veloce da relazionare.
Il leviatano mostro della tradizione biblica, simbolo per il filosofo Hobbes dell'onnipotenza dello Stato, si è stabilito qui da noi, e Giangi l'ha assunto a rappresentare la propria voglia d'essere il padrone della città, raggranellando però solo fallimenti e figuracce, che stiamo pagando nel silenzio del Prefetto che si manifesta quale ospite distratto del territorio.
RDM
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