Al Centro Storico perfino la guerra delle firme che si differenziano per la scelta dei firmatari.
È evidente che i favorevoli facciano firmare i clienti delle attività che somministrino alimenti;
e pertanto, lasciano il tempo che trovano le preferenze di chi grazie alla chiusura, incominci a lavorare per andare avanti tutta la notte, impipandosene dei veri commercianti che da mezzo secolo hanno buttato il sangue in un quartiere mai veramente valorizzato.
il Centro storico è quella parte della Città che avrebbe dovuto rappresentare da sempre la tradizione e la cultura di quanto sia stato il Capoluogo.
I palazzi antichi che raccontano momenti epici, e i monumenti patrimonio della nascita e la vita di una Comunità, sono il tesoro che la parte antica conserva amorevolmente.
Ma gli artigiani e i commercianti sono scappati per una politica miope e incapace di gestire la bellezza, propedeutica e determinante la naturale espansione del territorio, senza perdere di vista le prerogative e la dimensione di paese di provincia.
La scellerata decisione di alienare parte della storia e di mettere nelle mani sbagliate un monumento importante qual è il Casino del Principe, un edificio risalente al secolo XVI voluto dal Principe Camillo Caracciolo, quale porta d'accesso alle meraviglie del parco realizzato alle proprie spalle, ne è la sintesi.
Alberi, fiori e piante anche esotici, facevano da cornice a un luogo di caccia ameno, che aveva avuto perfino la dignità di albergo per i viaggiatori che avevano fatto tappa a Napoli per poi incamminarsi verso Foggia e Bari.
Scrivere dei fasti che varie famiglie importanti, hanno voluto esistessero, per gente che sa leggere solo di luminarie e fuochi d'artificio, diventa un esercizio inutile e degradante.
Come spiegare a cervelli indirizzati sempre e solo verso scelte avvilenti, che un'area urbana densa di significati e spiritualità, non può essere trattata con la superficialità del sempliciotto, ma ha la valenza delle nobiltà nascoste che solo un'amministrazione innamorata e generosa può scoprire..?
Mettere nelle mani di un'associazione nata sulla carta, che ha lasciato aperte le ante di antichi balconcini per tutto il periodo invernale, mai chiuse nonostante i continui richiami nei nostri diari, è uno dei tanti abomini di questo sindaco che viene da lontano senza alcuna interruzione di continuità.Non ne usciamo, il Prefetto cincischia qualche parola o invia la letterina di Natale e il Consiglio pure, se non per qualche emorragia interna alla maggioranza, che vede fuggire un manipolo di consiglieri, verso le prone schiere di una finta opposizione spiaggiata, ma pronti a fare i bravi appena il sindaco scendesse a patti.
RDM
Nessun commento:
Posta un commento