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martedì 31 agosto 2021

Avellino, frutto di regole silenti che asseverano ogni schifezza...!



Il nuovo stadio che avrebbe dovuto incorniciare lo squadrone  dell'Avellino, a cui i soliti tifosi hanno immediatamente abboccato, è il progetto di svendita della Città sotto gli occhi di tutti.

Prima partita in casa contro il Campobasso con fiurella, e una squadra dalle grandi aspettative del suo proprietario che vorrebbe arrivare in serie A in quattro anni, non ci pare abbia dato un bel segnale.

Ma si sa, hanno giocato bene, s'è vista una grande potenzialità...e le chiacchiere come sempre la faranno da padrone.

I fatti sono quelli derivanti dagli ultimi incontri per raggiungere una serie B che tutti toccavano con mano, ci avrebbero scommesso mogli e figli, ma come ancora raccontiamo...le chiacchiere stanno a zero...!

Un detto salernitano vuole che i fasuli tanno sò quatto, quanno stann'int'o piatto, e la filosofia giangiana in Angelo Antonio dei faremo e vedremo, non si confà precisamente con quanto reciti il proverbio.

Siamo messi male, un sindaco incapace di realizzare quale siano le priorità, vede il mondo con gli occhi di un bambino cresciuto, e crede d'aver conquistato il fortino per farne quel che più gli pare.

Ovviamente siamo in malora, la pulizia della Città molto raffazzonata, non cambierà mai se nessuno se ne frega e la gente continuerà ad accusarsi a vicenda, pur di favorire l'amministrazione.

Un Consiglio comunale che vede gli stessi consiglieri di sempre al potere, è lo specchio di una Comunità infelice che ama crogiolarsi nelle proprie disgrazie: 

una forma di masochismo inconfessato.

Per cui le paturnie sospette di Gianangelantonio, che lo spingono a voler acquisire nuove abitazioni mentre molti, tanti fabbricati di proprietà comunale sono ancora da terminare, manutenere e cosa ancora più infingarda, da consegnare a una pletora di aventi diritto, in attesa da oltre 10 anni.

L'assessore Genovese riconfermato ai lavori pubblici per il gran lavoro mai effettuato, sovrintende a quanto mai fatto negli ultimi lustri.

È Avellino signori, la Città che si fustiga da sola e continua a farlo senza momenti di lucidità, e anzi, dopo Galasso eletto perfino due volte prima di far commissariare il Comune come fossimo un paese di mafiosi, si è cimentata nel tentativo di peggiorare, riuscendoci con Paolo Foti che pensavamo avesse ormai raggiunto l'apice della vergogna.

Invece no, non c'è mai fine al peggio, e l'arrivo del manichino imbrillantinato che al di là di una luminaria e quattro fuochi d'artificio non sa arrivare, ecco che si scade nelle situazioni sospette che stiamo denunciando da tempo.

RDM



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