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lunedì 12 agosto 2019

Avellino, città di figli e figliastri...!


Il palio della botte, signori, sempreterna stronzata di don Emilio Carbone, che ogni anno si becca i suoi 20 mila euro, con la benedizione urbi et orbi, che tanto piace ai sindaci che si succedono, incapaci di dire no a chi potrebbe portare voti.

Per una manifestazione inutile e volgare che nulla mette, e anzi, toglie, all'immagine cittadina, fin tropo vituperata, che depaupera un tesoretto regionale mai ricevuto, di migliaia di euro, si annulla quella interessante e ricca di valore sportivo, vetrina dei nostri ciclisti che potrebbero anche ricevere qualche ingaggio importante, che li porterebbe a confrontarsi nelle competizioni più importanti nazionali e estere.

Giovanni Cini, chi non lo conosce, è stato da sempre la cenerentola nelle mani delle varie amministrazioni, che offrendo un miserabile sostegno economico, si compravano la passione e l'impegno organizzativo di questo toscanaccio irpinizzato da quando volle fornire il suo contributo fisico e morale, all'indomani del sisma di quel tragico novembre 1980.


Una corsa che con le sue sessantaquattro edizioni, ha fatto conoscere Avellino nel Paese, quale laboratorio officinale di potenziali campioni, e bisogna dare atto al sempre giovane Cini, che a dispetto della sua veneranda età, continua a perseverare nel fornire un servizio alla città che ha cercato di ripagare il debito di riconoscenza per le sue attività con la Misericordia.

Pochi sono gli avellinesi che si sono spesi così per la propria terra, e lasciare questo innamorato che a quasi novant'anni, debba mendicare per noi, una manciata di euro che gli permettano di onorare quella tradizione che fa bene alla città, è in linea con le offese a cui non riusciamo ancora ad abituarci.

Lei, sindaco Giangi, suppone che 40 mila euro per delle luminarie che ci faranno spendere altre migliaia di euro di energia elettrica, foraggiare don Emilio o i ragazzotti che immagina Luongo, sia corretto, mentre annullare questa corsa iniziata quando Avellino aveva i pantaloni corti, sia atto dovuto.

La difficoltà che lei incontra, signor sindaco, e lo notiamo giorno per giorno, è capire quali sia il bello e il brutto, l'utile e l'ignominia, il serio e il faceto: 

chiami Giovanni Cini, gli chieda scusa, perché non aveva ben capito, e incominci a fare il sindaco, glielo stiamo ricordando troppo spesso...!

RDM

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