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sabato 25 novembre 2017

Avellino post terremoto non è mai cresciuta...!

 Risultati immagini per de mita mancino anni 60

Purtroppo dobbiamo ammetterlo, mai nessuno in questa provincia, è riuscito a dire basta a un andazzo criminale fondato sulle fortune di qualche politico, che ha fatto crescere per poter comandare, solo la parte impiegatizia, per due ordini di ragione:

1- perché incapace di altro;

2- perché fortunato a trovarsi come contraddittorio, un popolo di servi con la dignità nelle scarpe.

Ancora oggi intervistano personaggi che avrebbero potuto dare una svolta con la forza delle idee, in verità molto poche, o con quella del denaro, abbondante, ma che non hanno mai mosso un dito per la comunità.

Si è preferito godere e servire, servire e godere, perché in verità, spiritualmete poco sviluppati, dando, così, vita a un esercito di incompetenti che hanno preso in mano la cosa pubblica, per farne un ammasso di strafalcioni.

Politici e dirigenti, salvando la pace di qualcuno, piccole menti incapaci di fare il proprio lavoro, si sono buttate a esplicitare alla meglio quanto sapessero fare, e alla fine hannno avuto anche ragione, trovandosi a confrontare con la mediocrità.

Mettere in mano a Ciriaco De Mita o a Nicola Mancino, le realtà irpine, è stato un danno gravissimo all'intero popolo di questa provincia; 

paurosi della crescita di menti e coscienze, perché consapevoli dei propri limiti, hanno sempre affossato ogni tentativo di sviluppo, anche per soddisfare i propri complessi d'inferiorità con i cosiddetti cittadini, fortunati a nascere nel capoluogo, e per questo destinati a dover pagare.

Le famiglie importanti avellinesi che avevano fatto grande il territorio, sono state tutte spazzate via, anche grazie all'esercito di insulsi dirigenti messi negli enti, inventandosi un florilegio di nuovi punti di riferimento, nati proprio attrverso la condiscendenza politica, ma destinati a una veloce scomparsa, come si è visto.

Insieme a tutto questo, si sono persi i valori che conducevano il senso della vita cittadina.

Ci si è rifatti agli imbrogli e alle giravolte che si imparava appena si avvicinavano gli uomini politici: 

la menzogna, il disconoscimento della parola data e il passaggio da un ramo a un altro, sono diventati l'anticamera del manuale di Massimiliano Cencelli, che è tutto dire.

E i risultati si vedono, come una metastasi la malattia è cresciuta, e la città è venuta meno in immagine e giunte, sempre peggio, scalando le file e raggiungendo le ultime.

Il fatto che De Mita ancora non sia stato ripagato per quello che è ed é stato, ci lascia in un limbo di poveretti incapaci di un pensiero intelligente, e i tanti che si scomodano per dare il proprio illuminato parere, dopo essere passati per Nusco, si facciano un esame di coscienza, e per favore, si tolgano dalle palle.

RDM


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