
A Paolo Foti non sembra vero il poter prevaricare qualche diritto;
appena se ne offra l'occasione, eccolo che parte in sesta, per non farsela sfuggire.
Lui e i suoi amici (nomine sue) del Teatro, da Cipriano ai revisori, passando per Feola detto l'insicuro, hanno determinato un ammanco al vaglio della magistratura che l'ex presidentino ossigenato e occhialuto, contesta in
televisione (?) in una trasmissione autogestita.
Mentre la Procura continua quasi quotidianamente, a foraggiare di nuova documentazione il faldone Carlo Gesualdo, Paolo Foti, da par suo, parte per la tangente e ne affida la gestione a un Cda illegittimo...!
Doveva decidere il Consiglio comunale, sentenziano Giordano e Preziosi, che invece si è limitato a votare la liquidazione, ma giammai le nuove nomine.
Dino Preziosi, intanto, ha convocato la Commissione trasparenza di cui è presidente, e contestualmente il segretario generale Riccardo Feola, il contabilizzatore alla Veltroni:
i conti sono perfetti (febbraio), ma anche no (maggio)...!
Ormai ad Avellino abbiamo, come in quella pubblicità Rai utilizzatissima, di tutto di più.
Non ci facciamo mancare niente, purché disdicevole:
denunce, avvisi di garanzia, arresti, bilanci falsi, bandi di gara farlocchi, Arvonio che scappa per una telefonata, Marotta, quello del Suv al Corso, comandante della Pm, che fa dare gli incarichi al suo datore di lavoro nello studio salernitano, Terracciano, e chi più ne ha...
Intanto i tre nominati, Caputo, Maietta e Iandiorio, nonostante quello che sta succedendo al Comune, fanno orecchie da mercante, e se ne fottono.
Crediamo che già questo li qualifichi per il loro valore etico, almeno, e se tanto ci dà tanto, chiederemmo:
se non aveste interessi da tutelare, signori nominati, avreste già sbattuto la porta, o no..?
Ma sì, queste persone non sono umane, loro sono nominati dai partiti o da qualcuno, loro non hanno anima.
Sono macchine aliene avulse da ogni sentimento, che perseguono una strategia, un disegno forse inconfessabile, al quale sia impossibile rinunciare.
Un pò come quando si entra far parte di un'organizzazione mafiosa dalla quale non ci si potrà mai più allontanare, pena la propria vita, politica, nel caso.
RDM
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