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lunedì 6 febbraio 2017

Avellino e la sua rinuncia alla civiltà...

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Cari avellinesi, raccontare il quotidiano, non riesce a collocare appieno quest'amministrazione come sarebbe dovuto.

Il sindaco Foti, assente ingiustificato, ignora e elude qualsiasi problema: 

stanotte ancora allagamento a Rampa San Modestino, mentre lui dorme e sogna il governatore De Luca che gli conferisce nuovi incarichi. 

E' la sua storia, lui attende e si protende verso alti orizzonti, che non sono mai quelli della città;

ormai al crepuscolo della propria vita amministrativa, dopo aver scippato a probabili sindaci capaci, la possibilità di essere al suo posto, certo  più onorevolmente, svende allo sceriffo di Salerno, l'anima dei suoi concittadini.

Lo Stir, l'impianto per il trattamento dei rifiuti che inquina aria e ragione, nella Valle del Sabato, sequestrato dalla Procura, resta in attesa di un incredibile ampliamento, che l'arci noto distruttore dell'Irpinia, il presidente Enzo De Luca, ha vaticinato, andando incontro a ogni possibile progetto disumano.

Paolo Foti è lì, pronto ad asseverare l'ennesimo scandalo: 

se fosse un credente, dovrebbe già immaginarsi nella Geenna della Valle di Ennom, vicino Gerusalemme.

Invece, l'uomo dalle spalle dritte, tutto d'un pezzo e onesto tre volte, tira avanti, non si cura di noi...;

non bada al pignoramento del quadro alle sue spalle, che pure dovrebbe mortificarlo (Cignarella potrebbe evitare lo stupido soccorso della storicità cantata e suonata da sè), non pensa al Gesualdo finito alla Corte dei Conti o ai parcheggiatori  senza lavoro, o, ancora, alla gente priva di casa.

Paolo Foti  organizza il proprio futuro, e se ne fotte di quanto facciano i sindaci per gli indifesi, siano essi senzatetto, poveri o disperati, o anche disgraziate bestiole che vagano all'addiacco in cerca di una carezza, denutrite e mal tollerate, anche per l'ausilio di pseudo giornalisti idioti.

La civiltà, per Paolo Foti, è nominare Arvonio, il chiacchierato comandante della Pm, e instaurare la Ztl che fa danni senza benefici, o avere gli alabardieri davanti alla porta della sua  stanza comunale,  e presentarsi in conferenza stampa dove parli solo lui.

Siamo stanchi, avviliti, nessuno ha il coraggio civile di manifestare come in Romania;

è la nostra nemesi, siamo così avviluppati nella clientela, che temiamo di perdere possibilità che in effetti non ci saranno: 

questa è la viltà, ed è difficile affrancarsene.

RDM


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