IL COMANDANTE DEI VIGILI SVIENE IN DIRETTA, PAURA A QUINTA COLONNA

Durante un acceso confronto telefonico con il comandante dei vigili di Avellino, Michele Arvonio, Maiello però si è sentito male, perdendo i sensi.
La nostra è una città che sprofonda sempre più in un baratro di vergogna e lordume, ormai in ogni campo, in qualsiasi settore;
dovunque mettiamo le mani ce le ritroviamo sporche di illegittimità, incapacità e superficialità colpevoli anche di generare la morte fisica oltre a quella morale e spirituale.
Il nostro sindaco, uomo dalla schiena dritta improbabile e amministratore inetto, ha cambiato una selva di assessori, inventandosene sempre peggiori, ma quello che ha combinato con il comandante della Polizia municipale, ha del diabolico.
Michele Arvonio, scelto non si sa perché, o forse si, a Tufino dove ricopriva il ruolo di comandante della Polizia locale con il grado di tenente, diventava colonnello tre giorni a settimana, durante il suo viaggio verso Avellino.
La cosa ci lasciava interdetti per l'anomalia dell'incarico a mezzo servizio:
quest'esigenza inspiegabile di pagare una persona che non poteva certo adoperarsi completamente, in un lavoro difficile e diverso da quello che gli proponeva un paesino di poco più di tremila anime, bisticciava con il lassismo che l'amministrazione opponeva ai problemi seri della città.
Ancora oggi Arvonio, nonostante abbia vinto, ovvio, il concorso, e si sia insediato ufficialmente, non può dormire tranquillamente per le ostative che Dino Preziosi, consigliere serio e preparato, ha paventato da tempo sull'assunzione.
Intanto questo comandante così fortunato finora, improvvisamente si è palesato in linea con la volgarità del governo cittadino:
un intervento senza ragione e assolutamente privo di qualsiasi buon gusto, ha provveduto a gettare un ulteriore velo di vergogna su questa città.
Ultimi per vocazione, signor comandante, brutti, sporchi e sfortunati, non avevamo certo bisogno della sua non richiesta, intromissione di ieri sera a Rete 4 per mortificare ulteriormente, l'istituzione che rappresenta.
Una telefonata inopportuna e senza alcuna ragione civile, per offendere in diretta il suo collega di Nola.
Qualcuno dovrebbe spiegarle, signore, che purtroppo lei ci rappresenta, e prima, ma molto prima di agire, lei avrebbe dovuto ricordare che avrebbe offeso la città che le paga lo stipendio e ancor prima la divisa che indossa.
La macchia della sua azione resterà per sempre sul Comando della Polizia Municipale di Avellino, come d'altronde, il ricordo della sua professionalità.
Ci attendiamo una presa di posizione del Consiglio comunale.
RDM
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