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sabato 17 gennaio 2015

A Nusco si recita la “Commedia di don Ciriaco”




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La “scuola di politica” inventata dal sindaco di Nusco, Ciraco De Mita, è forse l’ultima, speriamo, invenzione di questo vecchio furbone che in tanti anni di scena “politica”, dopo aver ricoperto ogni ruolo, gli mancherebbe di fare il Presidente della Repubblica, ma non disperiamo dopo i nomi in predicato, non sarebbe il peggio, non ha prodotto alcunché di utile alla società.

L’unica lezione che potrebbe produrre l’eterno “giovinotto” irpino sarebbe quella sul potere, i suoi meccanismi, i trucchi da mettere in campo per escludere questo o quello.

Ciriaco De Mita nei suoi lunghissimi anni di scena, ha solo ed esclusivamente utilizzato strategie organizzative per vincere le elezioni in qualsiasi partito militasse e sì che ne ha cambiati,  le sue "lectio magistralis" (si dice così secondo la moda), spiegherebbero nei dettagli, come si pianifica la guerra dell’elezione.  

Mi immagino, per esempio, l’organizzazione dei seggi, dopo essere intervenuto nella scelta degli scrutatori, che come prima lezione, dovranno imparare ad inserire sotto le unghie, una puntina di grafite per segnare le schede bianche.

L’annullamento di quelle contrarie, poi, è un lavoro di fine “politica” da sostenere con argomentazioni  intelligenti che creeranno dubbi ai sostenitori della parte avversa.

Nell’Enrico V di Shakespeare, c’è la spiegazione di come si pianifichi la guerra, e la “Commedia” anche se a tratti ricorderà fatti incresciosi, come quando s’approfittò del suo “inventore” Fiorentino Sullo, sfocerà nel ridicolo dell’espressione falsa, di come gestire potere e denaro.

Sullo era un uomo che sapeva coniugare la politica, quella che si interessava della scienza nel governare, non quella spicciola dell’inganno, utile al raggiungimento del proprio fine, che quasi mai coincide con il bene degli altri.

Ma sarà un’opera diversa, quella demitiana, non ci sarà arte, se ne fosse stato capace, la sua vita politica sarebbe esistita nel bene, invece ha curato solo ed esclusivamente se stesso e quelli che l’interessavano.

Uno squallido panorama di amebe che l’hanno adulato servilmente l’ha reso convinto d’essere immortale, e la sua commedia resta  molto vicina alla tragedia, e forse solo a quella.

Non ha mai percepito la novità,  mai cambiato la sua prospettiva, mai capito quanto fosse erronea la sua strategia: certo remunerativa, ma priva di contenuto, quello che quando non ci sarà più, lo immetterà nel dimenticatoio degli uomini tristi e privi della saggezza che li avrebbe resi grandi.

Auguri a tutti quelli che hanno fatto a gomitate per essere scelti a partecipare, ed imparare come  diventare scientificamente prevaricatori…!

RDM




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