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La “scuola di politica” inventata dal sindaco di
Nusco, Ciraco De Mita, è forse l’ultima, speriamo, invenzione di questo
vecchio furbone che in tanti anni di scena “politica”, dopo aver ricoperto ogni
ruolo, gli mancherebbe di fare il Presidente della Repubblica, ma non
disperiamo dopo i nomi in predicato, non sarebbe il peggio, non ha prodotto alcunché
di utile alla società.
L’unica lezione che potrebbe produrre l’eterno “giovinotto”
irpino sarebbe quella sul potere, i suoi meccanismi, i trucchi da mettere in
campo per escludere questo o quello.
Ciriaco De Mita nei suoi lunghissimi anni di scena, ha
solo ed esclusivamente utilizzato strategie organizzative per vincere le elezioni
in qualsiasi partito militasse e sì che ne ha cambiati, le sue "lectio magistralis" (si dice così
secondo la moda), spiegherebbero nei dettagli, come si pianifica la guerra dell’elezione.
Mi immagino, per esempio, l’organizzazione dei seggi, dopo
essere intervenuto nella scelta degli scrutatori, che come prima lezione,
dovranno imparare ad inserire sotto le unghie, una puntina di grafite per
segnare le schede bianche.
L’annullamento di quelle contrarie, poi, è un lavoro di
fine “politica” da sostenere con argomentazioni intelligenti che creeranno dubbi ai
sostenitori della parte avversa.
Nell’Enrico V di Shakespeare, c’è la spiegazione di come
si pianifichi la guerra, e la “Commedia” anche se a tratti ricorderà fatti
incresciosi, come quando s’approfittò del suo “inventore” Fiorentino Sullo,
sfocerà nel ridicolo dell’espressione falsa, di come gestire potere e denaro.
Sullo era un uomo che sapeva coniugare la politica, quella
che si interessava della scienza nel governare, non quella spicciola dell’inganno,
utile al raggiungimento del proprio fine, che quasi mai coincide con il bene
degli altri.
Ma sarà un’opera diversa, quella demitiana, non ci sarà
arte, se ne fosse stato capace, la sua vita politica sarebbe esistita nel bene,
invece ha curato solo ed esclusivamente se stesso e quelli che l’interessavano.
Uno squallido panorama di amebe che l’hanno adulato
servilmente l’ha reso convinto d’essere immortale, e la sua commedia resta molto vicina alla tragedia, e forse solo a
quella.
Non ha mai percepito la novità, mai cambiato la sua prospettiva, mai capito
quanto fosse erronea la sua strategia: certo remunerativa, ma priva di
contenuto, quello che quando non ci sarà più, lo immetterà nel dimenticatoio
degli uomini tristi e privi della saggezza che li avrebbe resi grandi.
Auguri a tutti quelli che hanno fatto a gomitate per
essere scelti a partecipare, ed imparare come diventare scientificamente prevaricatori…!
RDM
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