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venerdì 12 dicembre 2014

Avellino: A Natale la Caritas suona la Gran..Caritas...

Carlo Mele, il fustigatore delle coscienze, esclusa la sua, ...all'incasso...

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La Caritas di Avellino , appannaggio di Carlo Mele  e Don Sergio Melillo, vicario vescovile, torna alla carica.

Come d’obbligo, alle feste comandate, e specialmente in queste natalizie, sarebbe da pazzi non far cassa, e l’immarcescibile Mele, non è nato ieri: ecco immediati i suoi bilanci sulla povertà, gli unici che la Caritas riesca a redigere, perché quelli di rendicontazione, manco a pensarci.

Il Presidente Gambacorta è stato immediato: subito € 40.000, e poi vediamo.

Il Carlo “buono” si è fregato le mani quando nessuno lo vedeva, colpire l’immaginario con la sofferenza è semplice, ne abbiamo le conferme romane, poi nessuno saprà che fine abbiano fatto i soldi, e noi che continuiamo a chiedere le “pezze d’appoggio” da anni, diventiamo patetici: alla fine si stancherà, pensano alla Caritas avellinese, quella che mi allontanò, per cortese “preghiera” del vice direttore Carlo Mele, che non sapevo promosso a …direttore (…troppo bravo…), perché  facevo domande ai “volontari” sulle loro remunerazioni…!

Allora prima di stancarmi nelle richieste, ripeto a Carlo Mele: che fine fa il denaro che elargisce il Comune, la Provincia e gli altri Enti…?

Chiedo al sindaco Paolo Foti ugualmente, di rendicontare alla comunità le elargizioni che noi cittadini paghiamo, come le corrispondiamo all’Ente Provincia, che dovrebbe fare lo stesso.

Certo che se il Procuratore Capo di Avellino Rosario Cantelmo, alla stregua di Pipitone a Roma, incominciasse ad indagare su questi cosiddetti Enti benefici, ne vedremmo delle belle: signori beneficiari tenete pronta la contabilità, perché anche Avellino potrebbe diventare (chissà) una provincia laziale o umbra.
RDM





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