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Nella delibera n. 184/2014 della Corte dei Conti campana, si
ingiunge al sindaco Paolo Foti, quello che si è dimesso e che poi rientrerà, di
rendere pubblica la sentenza sul sito del Comune e comunicarla al Presidente
del Consiglio comunale ed ai Revisori dei Conti.
La Corte, evidentemente, si è accorta della volontà dilatoria se
non addirittura truffaldina nei confronti della Città.
Non far conoscere, nascondere, propinare notizie false o
artatamente rimescolate, è stato finora il metodo del sindaco: spalmare soldi
spesi male o per tornaconti elettorali, sui cittadini, mi pare spiegato con
chiarezza e dovizia di particolari dalla sentenza di cui parliamo.
Diciassette sono le pagine dell’emanazione della Sezione di
Controllo regionale del 26 giugno scorso, per spiegare compiutamente, le magagne che
l’amministrazione comunale, attraverso i suoi “tecnici” tentava di illustrare
con i bilanci di previsione e
consuntivi.
Dieci i punti evidenziati dalla Corte, ed ognuno assolutamente
grave.
Si parte dai ritardi di approvazione dei rendiconti fin dall’anno 2010 per
arrivare ai giorni nostri, ed ancora di incongruità fra impegni di competenza
negli anni 2011 e 2012, errati flussi di cassa, chiarimenti su fantasie
comunali di ripianamento dei debiti, erronei accantonamenti a fronte di somme
già spese…
Provvederò in seguito ad una specifica della sentenza più
puntuale, ma intanto le richieste della Corte si fanno asfissianti perché i
bilanci presentati non hanno assolutamente chiarito evidenze di gravi
illegittimità.
E così, si rilevava
criticità circa:
“mancato rispetto del termine d’approvazione del rendiconto
2012, 2011 e 2010, i risultati di
competenza di cassa (anno 2012), la mancata
apposizione di un vincolo sul risultato di amministrazione 2012 e gestione
residui, il disallineamento dati questionario 2012 e SIOPE (sistema informativo
sulle operazioni degli enti pubblici, poi gestiti dalla Banca D’Italia)
relativi alle disponibilità di cassa al
31/12/2012, il recupero evasione tributaria, la violazione dell’ articolo 6 e
commi per missioni ed acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio autovetture,
la strategia per onorare i debiti fuori
bilancio con entrate certe e la vendita dei beni prospettata dal Comune, non
può essere soluzione come per legge.”
Il P.Q.M. finale impone un termine di 60 giorni per risolvere i
debiti fuori bilancio e la rimozione delle irregolarità evidenziate.
Vorrei stigmatizzare, dopo aver letto interamente la sentenza di
cui stiamo dibattendo, che questa amministrazione non ha neppure le capacità
tecniche per la presentazione di un bilancio corretto, ed inoltre le “toppe”
accluse, facilmente sbugiardate dalla Corte inquirente, manifestano una
pochezza professionale che rasenta l’idiozia.
RDM
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