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martedì 21 ottobre 2014

Avellino: La Corte dei Conti contro la mala gestione avellinese..



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Nella delibera n. 184/2014 della Corte dei Conti campana, si ingiunge al sindaco Paolo Foti, quello che si è dimesso e che poi rientrerà, di rendere pubblica la sentenza sul sito del Comune e comunicarla al Presidente del Consiglio comunale ed ai Revisori dei Conti.

La Corte, evidentemente, si è accorta della volontà dilatoria se non addirittura truffaldina nei confronti della Città.

Non far conoscere, nascondere, propinare notizie false o artatamente rimescolate, è stato finora il metodo del sindaco: spalmare soldi spesi male o per tornaconti elettorali, sui cittadini, mi pare spiegato con chiarezza e dovizia di particolari dalla sentenza di cui parliamo.

Diciassette sono le pagine dell’emanazione della Sezione di Controllo regionale del 26 giugno scorso,  per spiegare compiutamente, le magagne che l’amministrazione comunale, attraverso i suoi “tecnici” tentava di illustrare con i bilanci  di previsione e consuntivi.

Dieci i punti evidenziati dalla Corte, ed ognuno assolutamente grave.

Si parte dai ritardi di approvazione  dei rendiconti fin dall’anno 2010 per arrivare ai giorni nostri, ed ancora di incongruità fra impegni di competenza negli anni 2011 e 2012, errati flussi di cassa, chiarimenti su fantasie comunali di ripianamento dei debiti, erronei accantonamenti a fronte di somme già spese…

Provvederò in seguito ad una specifica della sentenza più puntuale, ma intanto le richieste della Corte si fanno asfissianti perché i bilanci presentati non hanno assolutamente chiarito evidenze di gravi illegittimità.

E  così, si rilevava criticità circa:
“mancato rispetto del termine d’approvazione del rendiconto 2012, 2011 e 2010, i  risultati di competenza di cassa  (anno 2012), la mancata apposizione di un vincolo sul risultato di amministrazione 2012 e gestione residui, il disallineamento dati questionario 2012 e SIOPE (sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, poi gestiti dalla Banca D’Italia) relativi  alle disponibilità di cassa al 31/12/2012, il recupero evasione tributaria, la violazione dell’ articolo 6 e commi per missioni ed acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio autovetture,  la strategia per onorare i debiti fuori bilancio con entrate certe e la vendita dei beni prospettata dal Comune, non può essere soluzione come per legge.”

Il P.Q.M. finale impone un termine di 60 giorni per risolvere i debiti fuori bilancio e la rimozione delle irregolarità evidenziate.

Vorrei stigmatizzare, dopo aver letto interamente la sentenza di cui stiamo dibattendo, che questa amministrazione non ha neppure le capacità tecniche per la presentazione di un bilancio corretto, ed inoltre le “toppe” accluse, facilmente sbugiardate dalla Corte inquirente, manifestano una pochezza professionale che rasenta l’idiozia.
RDM





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