Ero in Tribunale, quando mi arriva la telefonata di Maria
Antonietta: stanno accalappiando Bianco, il bellissimo maremmano che tutti
conoscono, anima pura che ama i bambini, specialmente quelli con qualche
invalidità.
Bianco si avvicina alla sedia a rotelle del bimbo sfortunato,
appoggia la testa sulle gambe del piccolo che lo accarezza: il papà che si avvede
della scena scorge la felicità negli occhi e nel sorriso di suo figlio, e non
può mancare di benedire il Signore per aver creato questo cagnone con una
dolcezza uguale a quella della sua stazza.
Ma Bianco non è molto fortunato, la sua mole infastidisce come
succede anche al bimbo in carrozzella, di turbare gli animi troppo presi da
progetti di bellezza e di godimento della vita: quell’immagine di dolore che
trasfonde dagli occhi del povero maremmano unita ad una realtà come quella del
bimbo e della sua famiglia, deve essere annullata, assolutamente…
Le denunce, le bugie, l’inganno…il dramma.
Ascoltavo con Maria
Antonietta due mesi fa al Comune, il responsabile dell’Asl veterinaria di
Avellino, il dott. Petitto, mentre ci
assicurava che ogni animale sul territorio, secondo quanto recitava la delibera
dell’Assessore Giuseppe Ruberto, sempre pronto alle riunioni ed agli incontri,
mai capace di realizzare le sue chiacchere, è cittadino come chiunque altro, e
pertanto ognuno dei randagi andava sterilizzato, microcippato e rimesso sul
territorio.
Invece stamane erano in via degli Imbimbo anche i Carabinieri, con
la dott.sa Giordano dell’Asl insieme a suoi assistenti, tre accalappiacani e la
folla delle grandi occasioni: stiamo per prendere Bianco, un pericolo per la
comunità, tante denunce, tanta paura…
Si, tanta paura, quella che ci accompagna nel quotidiano per le
incertezze del futuro, per Equitalia che finge di voler aiutare ma aggredisce,
per le tasse dello Stato e del Comune, perché non sappiamo come fare: Bianco è
la causa, la struttura sviluppata del cagnone incute timore, quello degli
obblighi disattesi, quello del lavoro che non c’è, quello dello sfogo delle nostre viltà, sempre presenti con gli
indifesi e con chi ci ama.
Questa è la storia di una mattinata d’odio e amore, di tracotanza e dolcezza, nella quale ognuno
ha fatto la sua parte, ma la gioia di uno sguardo riconoscente di Bianco che si
allontanava per seguire il suo amico Carmine, non è descrivibile, come il
tratto d’umanità che il Brigadiere dei
Carabinieri Di Francesco ha delineato con i modi eleganti di un signore d’altri
tempi: si è lacerata una nuvola triste che vorremmo non esistesse mai più.
RdM
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