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lunedì 28 luglio 2014

Avellino: il suicidio come ultima dignità...

via Volpe: ultimo piano,  lanci spazzatura

In questa lugubre cittadina di piccola provincia va tutto male: cambiano le amministrazioni in peggio, i ragazzi si picchiano per strada, qualche adulto muore, qualche altro...si suicida!

 spazzatura 
Chi lo fa non aspetta il permesso di una società distratta ed incivile che continua a testa bassa la sua azione, brucando e vegetando, lanciando ogni tanto la spazzatura dal balcone, senza neanche scegliere un'ora buia, tanto quale sarebbe la novità: chi se ne frega.

Se avverti i vigili, dopo che il telefono ormai ululante per lo sforzo, ti si squaglia tra le mani, riscopri immediatamente che sei uno che ama perdere tempo, perchè se mai dovessi avere la sfortuna di ottenere una risposta, quella sarebbe che le auto sono fuori, chiamate la Polizia che rigirerebbe ai Carabinieri e questi nuovamente ai vigili. 

Voi stancamente riporrete la cornetta e, finalmente, avrete ripristinato l'ordinarietà quotidiana.

Il mio amico Antonio, invece, alle cinque del mattino si aggirava per il Corso Vittorio Emanuele (non in qualche boschetto di periferia), armato di fucile, in pigiama e pantofole...!

Non c'erano le pattuglie "sempre" in giro dei Carabinieri, neanche quelle della Polizia, mentre se Antonio avesse avuto la pazienza di aggirarsi per il Corso alle 8.00, allora si che avrebbe incontrato i vigili che sorbivano il caffè con i colleghi della Polizia, e forse qualcuno l'avrebbe aiutato, impedendogli di dare ragione a chi non ha fatto nulla per i poveri, i disoccupati, i diseredati, i disperati.

Paolo Foti l'ha pensata bene, si è chiuso fra robuste cancellate; 
Antonio non avrebbe potuto disturbarlo sparandosi in faccia sotto casa sua, nè i nipotini di Antonio rumoreggiando con il pallone: eh già, che volete interessi a chi, in campagna elettorale, si definiva l'amico di ogni avellinese, colui che ci avrebbe tutelato, avrebbe innestato il proprio cuore in quello di ognuno di noi.

Bhè, caro sindaco, venerdì hai perso un altro pezzo di cuore, dopo i tanti che da inizio anno hanno rinunciato a quella vita grama, caro Paolo, difficile, ed ingiustamente solitaria; 

ma tu, i tuoi assessori, i tuoi consiglieri, il tuo partito, siete presi solo ed esclusivamente dai cazzi vostri che sono diversi, lontani dal mio amico in pigiama e da tutti quelli che restano in pantofole senza che nessuno si accorga delle urla silenziose che riempiono stanze, cortili, strade.

I drammi di questa città esplodono in silenzio, tra l'ipocrisia di benpensanti che facendo spallucce, archiviano come lontani da se, di altre appartenenze, di altre contrade, mai la propria che quando dovesse essere, li accompagnerebbe con la stessa indifferenza.

RdM






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