l'architetto Francesco D'Onofrio |
Largo Scoca e la sua educazione |
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Ho girato per la
città, anche stamane; nulla cambia, le mie denunce restano lettera morta, i
suicidi aumentano, le giostre, si le giostre, come nel medioevo, invadono una
zona classificata storica e per questo maltrattata, perché Avellino è la città
dell’ignoranza e della supponenza.
Non basta leggere libri o interessarsi delle vicende per perdere quell’oscurità di pensiero che
obnubila le menti, non basta conoscere codici e leggi perché la coscienza s’illumini: ci vuole educazione, spiritualità, rispetto e carità, per distinguerci dalla
vergogna che quotidianamente subiamo in un cammino fatto di capo chino e
trascinamento per la strada di un corpo inutile, perché non ha nulla da
dare, solo attese per se stesso e mai per chiunque altro.
Questa è la città
povera di cui facciamo parte, questa è la città dei furbetti che chiedono
prebende, perché chiedere è la parola magica, quella che consente un futuro di
servilismo e la certezza a chi stupra che non sarà mai messo da parte.
RDM
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