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domenica 29 giugno 2014

Avellino: vivere la Città è peccato..?...

disimpegno da P.zza del Risorgimento

Tribunale con i marciapiede ostruiti 
Sto cercando di far capire a chi ci governa che le tasse servono a pagare i servizi, quelli che i cosiddetti servitori dello Stato, dovrebbero garantirci sempre. 

Invece chi lavora da impiegato, assume l'atteggiamento opposto, cercando di evitare quanto più possibile l'impegno, quello per cui viene pagato.

Non sia mai ricevesse lo stipendio in ritardo, dovremmo farcene carico tutti per l'ingiustizia, una famiglia in difficoltà, un lavoratore sfruttato...una vergogna.

La vergogna, quella vera,  è il comportamento di chiunque che, nella fortuna di avere un lavoro, mortifica quelli che non ce l'hanno cercando di truffare lo stipendio senza corrispondere la contropartita.

Caro sindaco Foti, noi ce ne freghiamo delle priorità che una pletora di assessori non riesce a soddisfare, ricordandole che riusciamo a raggiungere le nostre sedi di lavoro, ad essere presenti in Tribunale, in Ospedale, a scrivere, leggere, fare riunioni...

Il suo lavoro, sindaco, invece, è sospeso: un problema ne preclude un altro, una difficoltà diventa l'alibi per non fare un cazzo.

E' passato un anno, ha speso questo tempo secondo lei in maniera encomiabile, secondo noi sbagliata, perchè illustre, la città non funziona ed i suoi assessori fanno acqua da ogni parte.

Avevo scritto dei parcheggi sui marciapiede corredando con foto, anche duramente osteggiate come sa, ma mi rispondono con il menefreghismo di chi vuole dimostrare la propria forza, ed ecco che ora i camioncini della polizia penitenziaria diventano due.

Parlo di aiuole lasciate a se stesse e l'amministrazione mi risponde facendo crescere gli arbusti fin sulla strada: l'arroganza di questi signori non ha fine ed il sindaco farebbe bene ad evitare di incazzarsi in consiglio quando glielo rimarcano.

Chiedere ora comprensione mi pare fuori luogo, non vorrei che ancora una volta, le cose a posto dovrà metterle la Procura, perchè si sa che quando la corda viene tesa allo spasimo, alla fine si spezza.

RdM





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