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mercoledì 6 novembre 2013

Avellino: Chicca, non ce l'ha fatta....

 

Ciao chicca, ora sei un angioletto, scorrazza felice sul ponte dell' arcobaleno e aspettaci lì. Ti voglio bene amore mio e già mi manchi.

Maria, la giovanissima volontaria  del Rifugio di Camilla, è l'autrice delle frasi tanto belle quanto tristi che hanno aperto il blog.

Descrivere il dramma quotidiano che vive un animalista non è difficile, ma certamente inutile: spiegare quanto dolore si prova nel vedere girovagare un randagio, impaurito e denutrito, sempre alla ricerca di un pò d'acqua o un piccolo boccone avariato, provoca ilarità ed incomprensione nel migliore dei casi, dubbi sulla salute mentale, sempre.

Molti si avventano sugli animalisti, veterinari compresi,   troppo lesti a salvare, alimentare, soccorrere, generando possibilità di crescita del numero dei randagi che invece andrebbero assolutamente soppressi.

Altri invece, nascondendosi dietro le problematiche umane, ritengono che interessarsi degli animali equivale a rinnegare la...persona?

Noi che amiamo i randagi siamo fatti bersaglio di denigrazioni gratuite che servono a placare le coscienze di chi sa che non fa e non farebbe nulla per nessuno, animale, persona o cosa.

Raccontare oggi della morte di Chicca, la cagnolina randagia che insieme ai suoi fratellini trovati in uno scatolone da volontari che non avendo di meglio da fare, preferiscono soffrire con loro mentre cercano di curarli trasferendoli a casa spendendo il proprio denaro, poco quasi sempre, il proprio tempo, il proprio sonno, la propria anima, le proprie lacrime, ha dello strano perchè i problemi sono...altri.

Infatti sono veramente altri: egoismo, strafottenza, disinteresse a tutto quanto non è di personale utilità.

RdM




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