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mercoledì 25 settembre 2013

Avellino: avvelenare un cane è come abusare di un bambino.

La stessa codardia, uguale viltà, medesima vergogna: ma l'autore di un gesto così efferato non riuscirà mai a capire la similitudine perchè disturbato e profondamente malato.

Chi ha fatto questo è il ribelle o il militare che sgancia bombe chimiche sui propri simili in Siria, provocando la morte tra atroci sofferenze;

chi ha fatto questo violenta e uccide donne e bambini, distrugge la vita inquinando  sottosuolo ed aria: chi ha fatto questo è capace di qualsiasi azione turpe.

Il cucciolo trovato morto dopo una sofferenza disumana causata dalla morte per avvelenamento, era una cagnolina dolcissima che persone di cuore accudivano quotidianamente dopo averle donato il collarino di distinzione ed il micro cip che l'Asl richiede.

La randagina di color nero si aggirava spesso nella zona di via Palatucci  dove stamane è stata trovata già rigida da alcuni operatori ecologici che hanno provveduto ad avvertire i volontari del Rifugio di Camilla, i primi a subire l'onta del crimine ed il dolore della perdita.

Chi non ha sensibiltà per la vita, specie degli altri, troverà esagerate le prese di posizione di chi crede nel Creato,  nel rispetto ed alla carità: Totò diceva che i cani sono metà angeli e metà  bambini.

Spiegare a chi non sa ascoltare è impresa inutile, ma chiunque uccide gratuitamente non è uomo nè bestia, forse è una mal riuscita espressione d'umano di cui sapremmo fare a meno e nessuno mai  sentirebbe  la sua mancanza.

RdM

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