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giovedì 12 settembre 2013

Avellino: abbattiamo i muri della burocrazia.

Nel 1933 il "Nuovo Corso" (New Deal) del Presidente Americano Franklin Delano Roosevelt agì immediatamente sulla crisi del 1929 che aveva colpito prepotentemente gli Usa, ed alla stregua di altri paesi, come il Giappone post 2a guerra mondiale, facendo leva sull'operosità del popolo agevolato fiscalmente, beneficiò di un'elasticità burocratica che permise alle aziende di formarsi, crescere ed operare per il bene del Paese.

Il mostro statale che abbiamo creato negli anni per un'ottusa visione dello sviluppo, è stato generato dall'antica abitudine dei nostri 'politici' di ricercare il consenso con il posto di lavoro che ovviamente, alla fine, creando esuberi incontrollabili nella funzione pubblica, ha fatto cresere a dismisura uffici inutili che si aggiungevano ad altri ancora più inutili, generatori di un'intricata situazione di passaggi cartacei, tendenti ad ingessare ogni attività del pubblico impiego.

Enti pubblici, giustizia e servizi connessi sono diventati talmente farraginosi che tutta la macchina pubblica in costante affanno, conduce ad una ripresa difficile se non impossibile dell'economia italiana.

In specialmodo in un piccolo centro urbano quale Avellino, sempre in difficoltà economiche per cattiva amministrazione, cercare finalmente di rendere più facile ai cittadini l'approccio lavorativo,  diventando solleciti nel rilascio di autorizzazioni e permessi, sarebbe un bel toccasana.

Veloci nell'effettuare sopralluoghi e farsi parte diligente per l'utenza, agevolando, tramite   la miriade di impiegati  che quotidianamente trascorrono il tempo a rigirarsi i pollici,  il cittadino in difficoltà:  un bel segnale per risvegliare l'ottimismo e la fiducia nelle istituzioni.

Mai più nemiche e vessatorie, ma capaci di migliorare la vita di coloro che le hanno create.

RdM 

 

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