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giovedì 22 agosto 2013

Avellino: il Pdl in mano ad incompetenti....


Un partito, il Pdl, nato male e condotto peggio. 

In balia di una crescente esaltazione orgasmica, forti delle cooptazioni a livello romano e basandosi su un consenso derivante dal carisma di Berlusconi, terze, quarte e quinte file, immaginando un futuro mai scritto per loro, hanno cavalcato un onda sulla risacca.

Alla fine,  chi aveva  gli attributi, cioè i voti, avrebbe dovuto dimostrarlo;
ma  si è scontrato con la dura realtà della propria inconsistenza politica, alimentata esponenzialmente da un ego ridicolo fondato sul nulla.

Da anni ho scritto che il partito del Cavaliere ad Avellino non aveva futuro: ridurre il Pdl irpino ad una resa dei conti continua, senza una base che potesse aiutare, è stata una morte annunciata, e come capita quando si va a fare un esame senza aver studiato, la bocciatura è stata facilissima da prevedere.

L'arrogante scelta di candidature inesistenti voleva fare il paio con quelle verticistiche, dimenticando che non si diventa qualcuno per unzione, ma in un momento difficile e prefiguratamente assoggettato a grossi errori politici anche a livello nazionale, avrebbe dovuto esistere qualcosa di radicato sul territorio, acquisito anche con riunioni di partito e scambi d'opinioni: le scelte invece sono state approntate all'insegna del rispetto più rigoroso della vergogna di una legge elettorale fiore all'occhiello di una politica in putrefazione, da una o due persone nello stretto riserbo di una stanza.

La tragedia è che tutti non fanno ammenda, ognuno dei ritardati protagonisti, sente di avere ancora il sacro fuoco della verità, continuando nell'errore che allargandosi, dimostra chiaramente l'assunto.

Continuo a chiedermi che fine abbia fatto quella classe dirigente che tanto ci inorgogliva qualche secolo fa.

RdM


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