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lunedì 22 luglio 2013

La casta dei questuanti avellinesi.

Chiedere, chiedere, chiedere, è stata sempre una delle principali attività irpine: gli imprenditori di questa terra, per evitare di sovvenzionare economicamente l'onorevole di turno, si attrezzavano con regalie e 'secutele' nelle apparizioni pubbliche del parlamentare che gradiva riconoscere 'gli amici' per mantenere aggiornata la propria agenda elettorale.

De Mita è stato il campione della sottomissione psicologica;
avendo capito i personaggi, che giustamente relegava in un limbo di infelici, usava trattare da par suo e da pari loro, i questuanti 'aggratise'...!

"I peggiori sono quelli che non chiedono", recitava uno dei 'proverbi' del nuscano doc, mantenendo chiara la visione della sudditanza alla base della sua filosofia di crescita nei consensi.

In qualche sporadico incontro con il futuro sindaco avellinese in campagna elettorale, ho avuto modo di spiegare che l'era del mendicante, se non di carità e virtù divine, avrebbe dovuto scomparire, se avessimo voluto un'amministrazione seria e slegata dai lacciuoli di demitiana memoria: chi te lo dà;

il piccoletto Cipriano dal basso della sua caratura morale, senza il conforto dei capogruppo o dell'assessore, si è imbarcato nella sua logica di autonomia a casa d'altri, andando ad accattare  soldi a destra e sinistra.

Il sindaco, persona dabbene, di valenza culturale e morale, avrebbe dovuto avvertire l'uomo del suo precedessore Galasso (che c'entra con la discontinuità riconfermare chi si diceva di voler combattere?) di invertire la rotta dell'intrallazzo chiedendo sostegni economici non meglio rendicondati, per impegnarsi, sempre di concerto con chi gli ha dato mandato e chi sostiene l'amministrazione, in un progetto economico di autotutela.

Purtroppo è dura sradicare le cattive abitudini, specialmente in chi non ha idee, se non quelle piccole di arraffare senza sudore: il Presidente
degli Industriali avellinesi, Sabino Basso, ieri, domenica 21 luglio,  su 'Il Mattino', infastidito dall'arrogante saccenza di chi vorrebbe fare bella figura a spese degli altri, ha denunciato una volta per tutte, la vergognosa campagna arraffatoria del presidente del Teatro.

Prima nomina, caro Paolo, prima figura barbina: speriamo bene.
RdM


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