L'influenza che incide sulle nostre vite deve avere un posto in prima fila perché gli eventi non ci surclassino a nostra insaputa.
La sfacciataggine perfino fotografica, del sindaco sempre in promozione di se stesso, meglio di un attore consumato, continua senza tema del ridicolo che riesca a suscitare.
Ovviamente questo provincialotto si rivolge principalmente agli (a)vellinesi meno abbienti cerebralmente, a una tifoseria di piccoli uomini e donne, fermamente convinti che la raccomandazione possa cambiare le sorti di un futuro incerto.
Il primo comandamento della politica vuole che la promessa e l'imbroglio riescano a convincere l'elettore della bontà dell'offerta, ma quando si supera il limite del buon gusto, non resta che scappare via.
Gianluca Festa continua a propinarci le proprie spese di rappresentanza quali grandi iniziative per la città.
Un premio che non rappresenta il territorio ci ha fatto buttare dalla finestra almeno mezzo milione, per poi procedere con ulteriori 150 mila euro al Gambero Rosso, e i viaggi e le mostre, chiudono un cerchio di sprechi lurido di cui speriamo ne dia conto prima o poi.
Tutto quanto invece, resti tangibile, si chiama Centro per l'Autismo, Tunnel, Filovia o Alloggi, voci ancora inevase dopo interi decenni di abbandono e abulia.
Il sindaco viene da un viatico comunale lungo una quindicina di primavere durante le quali ha ricoperto ruoli importanti, quali assessore o vice sindaco, ma parla e si muove come fosse appena sbarcato da Marte.
Il dissesto mascherato che volle inventare l'ex commissario Giuseppe Priolo, non l'ha fermato dinanzi alle spese invereconde per iniziative inutili e pericolose per le casse comunali.
E quel che è peggio lo troviamo nel sostegno che gli dona il cittadino privo del significato della parola Comunità.
RDM
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