Stacco la spina o metto la spina, gli stereotipi giornalistici secondo i quali tutti si copino a vicenda, danno un triste spettacolo di quanto falsate siano le notizie.
Ad Avellino, si sa, i media sono omogenizzati in una sorta di cremina Plasmon da imboccare agli stupidotti che amino leggere bugie interpretative.
Spingono infatti, perché si avverino i presupposti degli editori, proprio come la scarsa conoscenza lessicale li costringa a ripetersi pedissequamente con frasi fatte che vanno per la maggiore.
Il centro destra non è una stampella mentre la maggioranza vorrebbe far cadere il sindaco:
Stampelle, predellini, cadute, spine staccate, e una volta che l'assunto si avverasse, i consiglieri autoflagellanti che fine farebbero?
Beh, tutti quelli che hanno partecipato attivamente alle scorse esegesi della legge con Paolo Foti, dovrebbero rispondere alla Procura dei falso in bilancio e di chissà quanti altarini scoperchiabili a mò di domino.
Come già scritto più volte, non si potrebbero più candidare per i prossimi dieci anni, e sarebbero additati comunque come quelli che hanno creato ulteriori problemi alla Comunità che aveva scelto quel sindaco a rappresentarla.
Ricordate il prode Pino Galasso che per il prurito di diventare parlamentare, non ci pensò due volte a far commissariare Avellino, destando legittimi sospetti che facevano pensare anche a ragioni malavitose coinvolgenti tutti noi...?
Le fortune politiche del Dottore sono scomparse come per magia, e i suoi duemila voti sciolti come neve al sole.
Quindi tornando a noi, incontrare il solito Nicola Giordano che rispondendo a nome di De Mita, auspica continuamente lo scioglimento del governo locale, non fa testo ed è stantio, e anche se qualche editore trombato spinga perché accada, il pensiero dominante, al di là dei tanti politologi e aspiranti tali, resta quello di continuare tranquillamente a fare il consigliere, sperando che qualche mollichella possa cadere dal tavolo.
Per cui lunga vita a Ciampi che come diceva Clint Eastwood (Biondo, il buono) a Eli Wallach (Tuco, il brutto), nel film di Sergio Leone, che fingeva di curarlo solo per estorcegli il luogo del tesoro:
dormirò sonni tranquilli, perché il mio peggior nemico veglierà su di me...!
RDM
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