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mercoledì 11 luglio 2018

Avellino: il sindaco Ciampi si confronti con Angelo Percopo, noto "generale" d'assalto...!

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Trascorrere il fine settimana al Pronto Soccorso del Moscati, certo non è un'esperienza consigliabile a chiunque, ma accorgersi che poi il diavolo sia meno brutto di come lo si disegni, diventa un fatto che vogliamo raccontare perché la gente capisca che ad Avellino in specialmodo, siamo abituati a incazzarci quasi sempre a comando.

Ricordiamo per esempio la miriade di contestazioni ai bus Air, quando Dino Preziosi ne era il direttore generale, scomparsa magicamente, appena è stato esautorato: 


e sì che gli incidenti quali perdita di ruote e incendi, si sono alternati almeno per qualche mese.

Quindi si calca la mano se si vuol colpire qualcuno, e si diventa improvvisamente distratti, Arvonio, se al contrario o non c'è interesse o forse ci sia e pure appassionato.


Risultati immagini per moscati sala pronto soccorso, fotoAngelo Percopo per una ragione o un'altra è spesso stato oggetto di lamentele sull'operato, con uno stretto riferimento al Pronto Soccorso, che ai tempi del buon Pino Rosato, passava sempre in cavalleria.

Anzi guardate com'é strana la vita, il bar interno alla città ospedaliera non è stato mai oggetto di critica e se pure, noi non la ricordiamo così feroce quanto quella al Pronto Soccorso o alla mancata assunzione di nuove unità operative, che certo non decide Percopo, senza la benedizione di De Luca.


Il bar che pare, sia intestato anche a un uomo di fiducia del sempre presente Ciriaco De Mita, non desta scalpore e né lo ha mai fatto: 


un esercizio commerciale che dovrebbe praticare prezzi politici e che non paga manco la quarta parte di quanto incassi, potrebbe produrre denaro nelle casse dell'amministrazione, così come il parcheggio che invece, maghi della finanza hanno inteso regalare a furbetti che portano il nostro denaro fuori Avellino e che anzi, ancor prima di realizzarlo, godevano degli introiti destinati a noi contribuenti, delle soste selvagge sul territorio comunale.

Ma è la regola da noi; 


è giusto che la famiglia De Mita ci castighi in eterno perché questa è un miracolo che il Signore ha voluto mostrarci, come sono state giuste le scelte che dal terremoto in poi ci hanno reso colonia di varie aziende del Nord, che poi tentavano, spesso riuscendoci, d'assoggettarci come i Borboni col Regno di Napoli.

Beh, tornando al Moscati, però, anche se era lampante la carenza di medici, lampeggianti come la freccia indicatrice dell'auto, da tre passavano spesso a due, questi signori si facevano il mazzo così, come si dice in Francia.


Vuoi i carabinieri che arrivavano a frotte per gratificare il magistrato che non aveva pazienza di attendere una relazione, vuoi per i ricoveri a ripetizione, le dimissioni, le diagnosi, le sofferenze, i lamenti, gli spostamenti in altri reparti per continuare terapie e indagini, questi professionisti veri del settore, non potevano manco fare la pipì.


Abbiamo conosciuto, intanto, due persone speciali, ma tutte le altre non erano da meno, solo che non ricordiamo i nomi: 

i dottori Maietta e Raimo, e una pletora di infermieri e portantini da bacio accademico.

Erano le tre del mattino quando è iniziata la nostra tribolazione, e mai una volta abbiamo registrato in queste persone, un atteggiamento di fastidio o un momento di stanchezza.



Super eroi che abbiamo benedetto in ogni momento, e certo, signori, questa volta non possiamo escludere lo zampino di Angelo Percopo: 


se il pesce puzza dalla testa, è pur vero che quando questa funzioni, resta difficile che perda freschezza.

RDM

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