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venerdì 21 aprile 2017

Avellino città serpente, dimentica i suoi figli...!



Dino Preziosi, un nobiluomo che ha fatto grande un azienda pubblica decotta, viene azzerato come fosse un manigoldo che si è approfittato di un ruolo usurpato.

Il presidente della commissione regionale Luciano Passariello, l'inviato speciale dello sceriffo, guarda caso con un rapporto conflittuale con Preziosi, asserisce che lui fa bene il proprio lavoro, mentre non sa se il Dg sia al suo livello...?

Certo, continua questo genio, è facile essere in attivo e solidi per l'Air, ma se non si danno buoni servizi, a che serve?

Allora l'azienda è solida perché non dà servizi, e l'attivo lo ha generato, evidentemente, perché ha un sacco di gente che ogni mattina gli stacca un assegno..?

Un racconto da disturbato con il chiaro intento di denigrare un uomo che ha mortificato tanta gente come lui.

Dopo dieci anni condotti con grande profitto e sicurezza dei dipendenti e di quanti esterni lavorassero al servizio dell'Air, un politico arrembante di dubbie capacità gestionali, ha deciso di estromettere questo Direttore Generale cambiando lo statuto aziendale.

Fantastico...!

Voi pensate che se al referendum del 4 dicembre scorso, avesse  vinto il si, i senatori avrebbero sbaraccato in ventiquatt'ore per far posto ai consiglieri regionali e ai sindaci...?

O forse si sarebbe attesa la fine della legislatura perché si procedesse a nuove elezioni?

Il Dg Preziosi ha un contratto che scade nell'agosto 2019, e simili giochetti lascerebbero il tempo che trovano se non fosse che in questo strano Paese si può fare tutto e il contrario, alla faccia dello Stato di Diritto

chi comanda ha sempre ragione.

Infatti questo governatore non avrebbe avuto né dignità di candidatura e né tantomeno, di essere  eletto, ma i fatti smentiscono quella legge Severino che tutti invocarono contro Berlusconi: 

con Vincenzo De Luca e ultimamente con il senatore Minzolini, ha perso ogni valore, si è come consunta in nome del Pd...!

E così ci ritroviamo a leccarci le ferite e ingurgitare le offese, e sono tante, ma le più profonde, quelle che difficilmente riusciranno a rimarginarsi, sono l'indifferenza delle istituzioni e della gente irpina.

Questo signore nato in un rione popolare della città, non ha dimenticato mai quali fossero le sue radici, quale la terra che lo ha reso ricco e invidiato, quale fosse il ruolo a cui era stato destinato.

Ha guadagnato molto facendo altrettanto per l'azienda, contrapponendosi alle regole scellerate dell'interesse personale alle quali ci hanno miseramente abituati. 

Ha disegnato intorno a questa meraviglia, ormai scippata dall'arroganza di un potere che non bada agli interessi dei molti, un bacino d'utenza e di servizi che l'ha trasportata d'impeto fra le dieci eccellenze d'Europa, in silenzio, senza proclami, ma con la passione di chi vuole bene all'Irpinia.

E oggi viene ricambiato con l'indifferenza, con quell'assurdo menefreghismo che ci rende sempre più piccoli; 

un odio represso di nani morali che si nutrono dei resti, che dietro a un finto disturbo di circostanza, si beano delle sfortune, specie di chi è più bravo, specchio della propria inconsistenza.

Paolo Foti, Domenico Gambacorta, i sindacati, i nostri parlamentari inutili e i media, godono come matti: 

finalmente questo personaggio che non si incanta al suono del flauto del solito pifferaio con i suoi ratti, è stato ridimensionato.

Purtroppo per voi signori, se si è leoni, non si diventa pecora;

resterà la tragedia di una provincia asservita e priva di buon senso che ci seppellirà tutti.

RDM

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