giovedì 9 marzo 2017
Avellino: Paolo Foti lascerà un segno "profondo" difficile da cancellare...!
Allora, vogliamo fare un piccolo sunto della frenetica attività distruttiva di un sindaco scellerato?
Partendo dalla sua ordinanza dopo qualche giorno dall'insediamento a Palazzo di Città, sul pallone dei bambini che giocavano nell'androne del suo palazzo, passiamo alla decina di avvisi di garanzia che ovviamente lui vive serenamente, ai 4/5 cambi di giunta e alle sue tante dimissioni ritirate con enfatica arroganza in improponibili conferenze stampa.
I bilanci falsi, gli arresti, i buchi economici con le denunce della Corte dei Conti, il Gesualdo, l'Acs, il Patria e Lavoro, lo Stadio Partenio, il Casino del Principe, le cartelle false...
Ma il turpe lo troviamo nell'assoluta incompetenza dei tanti passeggiatori di giunta, e di rimando nel tunnel e la Piazza che come non bastasse per la sua bruttura e simiglianza cimiteriale, qualche genio l'ha contornata di un cubo di cemento per cessi e di un altro mostro ancora da realizzare.
Dopo l'ennesimo allagamento di domenica scorsa a Rampa San Modestino, le buche, le solite auto sui marciapiedi che non infastidiscono il comandante Arvonio, disturbato invece, dagli ambulanti del mazzetto di mimose (mbè, è ovvio che la legge è uguale solo per alcuni), i pali e il verde, pensavamo fosse finita.
Ma certo che no:
Paolo Foti ha una mente effervescente, in movimento, sempre più diabolica.
Dove avrebbe potuto colpire questo bugiardo seriale che si ritiene onesto tre volte e dalla schiena dritta...?
Gli alberi, signori, sono l'ultimo bersaglio del terrorista comunale con la fascia tricolore e il piglio de e io che c'entro?
Un agronomo, Ferdinando Zaccaria, ha descritto l'attività criminale della ditta che ha capitozzato gli alberi della città senza ritegno e metodo.
Forse perderemo fra qualche anno tutte le piante curate dall'era Foti, proprio come doveva morire assolutamente il Cedro nato cinquant'anni fa che inficiava la bellezza della nuova piazza in costruzione.
Noi crediamo che Foti andrebbe perseguito penalmente, e civilmente per la restituzione con la vendita dei suoi beni, di parte dei danni che ha creato in questi quattro anni da incubo.
Una causa collettiva contro Foti e gli assessori che si sono succeduti, dovrebbe essere la giusta azione di rivalsa.
Siamo vittime e non possiamo ribellarci ai carnefici:
nessuno lo fa, nessuno ne ha il coraggio o l'interesse, perché la casa, il lavoro o il piatto a tavola non fanno testo in questo paesotto di disturbati, quello che conta è assalire qualche veronese e parlare di pallone.
RDM
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