Rustica progenie avellinese...
Ormai non c'è più offesa che leda l'immagine di una città allo sbando, dove chiunque, e solitamente il meno adatto, soffia nella tromba dell'idiozia.Il sindaco Foti offende tutti con le sue opere e omissioni, ma non pago ci trafigge con l'ormai abusata definizione di tendenza che dipana ogni dubbio, ripiana qualsiasi idea non allineata, stabilisce quale che sia verità: razzista...!
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Si, secondo colui che dovrebbe difenderci da ogni illazione, siamo razzisti e se lo dice il sindaco, interviene questo personaggio da palcoscenico che di nome fa Meka, dobbiamo crederci...!
Pensiamo che Paolo Foti e Meka potrebbero indire una compagnia di teatranti per rappresentare al meglio le proprie astrusità: il sindaco che ormai non è più lucido e questo guitto nero che fa il saputello a casa altrui.
Siamo prigionieri, signori cari;
con un voto sbagliato di clientela, sperando sempre e solo nel tornaconto, ci siamo cucito addosso un territorio costellato da gente che non ha mai avuto diritto alla parola e che oggi detta pensieri, impone idee, spiega il virtuale.
Vorrei dire a questo signore nero, a Paolo Foti, al Prefetto e a tutti coloro che stanno affossando l'Italia in generale e Avellino in particolare, che le vittime siamo noi, silenti pecoroni al pascolo;
incapaci di scorrere il rullo dei pensieri, abbiamo avuto sempre l'esigenza di accodarci a qualcosa o qualcuno che ci portasse per mano.
E se oggi ci troviamo nella condizione di scusarci con chi usa e abusa della nostra terra, facendo anche la voce grossa, perché incapaci di dire la nostra, embè, 'ra chi 'o buliti se rustica progenie semper villana fuit...?
RDM
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