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venerdì 21 febbraio 2014

Per...Caritas, Dio ci scanzi e liberi....

Una convenzione con il Comune del Capoluogo che segue un andazzo tristemente inutile di un'organizzazione 'salvifica' che si bea di risultati importanti a livello internazionale che non sempre si rispecchiano in città.

Il vice direttore della Caritas avellinese, tale Carlo Mele, da anni si riempie la bocca di dati  solo suoi, sulla povertà ed i bisogni degli irpini, forse inventati ma certamente utili.

Utili all'organizzazione che conduce e sulla quale non vuole indagini o accertamenti: mi capitò di fare delle domande sull'utilizzo del denaro ricevuto dagli enti, suscitando fastidio e disagio, finchè  non fui 'pregato' dall'illustre 'conteggiatore' dei mali e delle difficoltà, di togliere il disturbo...sic!

Ho più volte descritto questa situazione di questua avanzata, la peggiore tra quelle che il Comune sopporta quotidianamente per supplire ad esigenze vere, meno giuste e false: Carlo Mele, molto opportunamente sfrutta l'immagine del gruppo vaticano per raccontare storie e problemi che non ha mai risolto.

Vorrei che qualcuno, specialmente coloro che si sentono tanto turbati dai racconti del fantastico vice direttore, chiedesse una volta per tutte chi siano i beneficiari delle sue stressanti attenzioni quotidiane, quali  le somme impegnate, chi le ha fornite e dove i rendiconti  delle uscite.

Non dimenticherei, inoltre, di testare qualche beneficiario per capire fin dove è arrivata la bontà del 'nostro' Mele, purchè non faccia parte della scuderia: anche Don Verzè era un sant'uomo, abbiamo visto che combinava.

Stativi buoni.

RdM

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