Se fosse dichiarata la pubblica utilità della ricostruzione di uno Stadio, attualmente esistente, funzionante e funzionale alla bisogna, sarebbe una di quelle forzature sospette che insieme alla nomina del professore Fabio Amatucci, pare compagno di una dipendente di Angelo Antonio D'Agostino, dimostrerebbe quale sia la strategia del sindaco messa in campo per un evidente favoritismo a spese della Comunità.
A questo punto non c'è altro da spiegare se non quello di mettere il tutto nelle mani di una Procura seria e veloce, che possa porre fine alle manie dei due amiconi.
E allora il mercato doveva spostarsi con la scusa di liberare Piazza Macello, creando un disagio capillare all'intera popolazione di utenti in viaggio, senza un minimo di considerazione per anziani, invalidi e studenti che avrebbero subito lo scempio.
Un esempio di mala gestio con fini del tutto deprecabili, che andrebbero spiegati dai nobiluomini che fanno come i ladri di Pisa ultimamente, si sciarreano 'e iuorno e arrobban'assiem'a notte.
Purtroppo è facile creare attese fantasmagoriche puntando sulla credulità e l'ignoranza della gente, e il tifoso è proprio il più abbordabile psicologicamente, perché racchiude in sè entrambe le caratteristiche.
Però poi, quando la triste realtà sopraggiunge prepotente e l'anagrafe diventa la prigione dei diritti e il Centro Autismo quella delle coscienze, diventa difficile non pensare a un abbandono proditorio della Città a favore degli interessi più cupi e inconfessabili.
Qualcuno ha scritto feste, farina e forca, le tre F di Ferdinando di Borbone, che si convinceva di distrare il popolo con continui festeggiamenti, e lo vediamo dall'assurdità di un programma presentato dal ragazzo assessore, che ci condurrà per mano fino a Natale.
Il pane sulla tavola anche inesistente, è dato dalle promesse e le clientele che permettono di tenerne buoni mille con un solo piacere, e andare contro l'ordine costituito diventa la parte più semplice da far rispettare in una città prona da sempre al padrino di turno.
Avellino è questa, se ci si prodiga per un pò di giustizia, nasce spontanea nella mente degli Avellinesi la domanda:
ma chi tò fa fà ?, e in aggiunta ma ti devi candidare...?
Il Maresciallo è stato aggredito a male parole, come si dice, insultato e umiliato, tant'è che si è accasciato al suolo stroncato da un infarto.
Voleva difendere il mare di Paola dall'ignoranza violenta e barbara, ha spiegato il fratello affranto.
Un uomo Antonio Carbone, che si è preso cura della casa comune, e il suo gesto pagato caramente, voleva essere un esempio di gratuità e di servizio, argomento poco digeribile dagli egotisti di casa nostra, bravi nel tifo e nel cazzismo...!
Non doveva candidarsi, ma solo dignitarsi, un neologismo appena inventato che per tanti avellinesi resterà per sempre un punto interrogativo.
RDM
Nessun commento:
Posta un commento