
Esiste un senza tetto in città che si aggira con la sua borsa a tracolla, tra il Tribunale e la Chiesa del Rosario, a volte l'accompagna uno come lui, pure randagio, sporco, in attesa di una carezza, e entrambi hanno un posto definito e chiaro che nessuno può discutere o oltraggiare.
Caro Gian Gian, chissà se lei li conosce, uno è Mimmo, un falegname di Pompei che attende la discesa di San Pio con serena determinazione, leggendo qualche libro o i quotidiani e non manca di comprare qualcosa per Pippo che non chiede mai, ma è sempre pronto a fare le feste;
due amici di sventura che amano la libertà, e per questa sono disposti a soffrire il freddo della notte o la fame e la sete, nella speranza che qualcuno pensi qualche minuto anche a loro, che con la dignità di chi ha una bella anima, non vogliono essere di peso per nessuno.
Il sindaco dovrebbe conoscere ogni dramma della sua città, girando anche a notte fonda per rendersi conto di quanto accada, mentre si odono suoni o rumori che siano;
eccoli i vandali che s'aggirano beffardi per danneggiare e odiare, e annusare l'aria che spesso è inquinata dagli abbruciamenti, e capire quali le sofferenze, sono l'esagerazione di un Primo Cittadino messo alla prova dopo l'esuberanza di stupide canzoni propiziatrici...!
Mimmo e tanti altri come lui cercano e cercano, hanno bisogno di tante cose che non rivelano, che amano tenersi dentro quasi per non contaminare il proprio stato di grazia che comunque, ha inciso nella loro psiche.
Qualche bus attrezzato per la notte in varie zone, con volontari che dispensino una bevanda calda, ora che sta arrivando il freddo, dovrebbe essere una priorità, Giangi, e Arvonio se avesse a cuore il ruolo, gliene avrebbe già parlato, si sarebbe fatto parte in causa per perorare una ragione, ma stiamo sopravvalutando il cuore delle persone che specialmente ad Avellino difetta molto.
Questa sarebbe rinascita, signor GianFesta, altro che le luminarie e le feste di piazza dove lei si esibisce, la cura degli sfortunati, è grandezza, lo spirito che si fa piccolo per dimenticare la fatuità e agire per i poveri e i malati, per quegli anziani che vivono da soli sperando solo nella carità.
Mimmo aveva una piccolissima stanza che il proprietario gli aveva messo a disposizione, ma ora l'ha dovuta lasciare e cerca un'alternativa a quel povero alloggio che potrebbe anche pagare, in virtù della sua pensione.
Pare che la Caritas, come per magia, dopo tanti anni, almeno venti, che vedono il povero senza tetto ad Avellino, si sia accorta di lui, forse perché sostenuto mediaticamente;
e questo ente benefico, molto spesso per se stesso, che sappiamo in acque turbinose per i molteplici scandali, in cerca di buona pubblicità, ha offerto il solito alloggio in via Morelli e Silvati, che a rotazione, mette a disposizione, pensando che uno debba dormire solo pochi giorni sotto un tetto, mentre gli altri li possa trascorrere all'addiaccio.
Mah, non ci riesce facile comprendere le logiche di Carlo Mele e del Vescovo che ha ben altri alloggi che potrebbe destinare ai poveri, e se questo non accade, è perché senza lucro, è difficile spuntarla con simili furboni.
Crediamo, infine, che chiunque debba allertarsi per offrire la propria collaborazione, per umanità o ragione divina, o qualunque altra cosa purché si resti degni di calpestare il suolo ogni santo giorno, non lo sappiamo, ma certo sarebbe bello pensare che anche Avellino abbia chi lo meriti.
E il simpatico Gian Gian, se volesse dedicare un pò del suo buon umore anche a chi il sorriso l'ha perso da tempo, forse sarebbe più in linea con i dettami della sua carica che purtroppo sta oltraggiando da tempo, e chissà che mettendosi una mano sul cuore, non riesca a incominciare a comprendere che Avellino è sofferente e non solo per quel dissesto che continua a ignorare.
RDM
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