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venerdì 13 aprile 2018

Avellino: il sindaco delle bugie con le gambe corte...!


Appena tre giorni fa, il dimissionario per sempre, Paolo Foti aveva asserito che i conti erano a posto, e noi giù botte a spiegare che questa fosse l'ennesima panzana di un personaggio che nonostante gli avvisi di garanzia e i processi a cui è sottoposto, non riesca minimamente a incrociarsi con la realtà, preferendo le fiabe che gli affollano il cervello.

Però il povero Paolone è veramente sfortunato

si è scelto un assessore alle finanze che detiene il primato di bestialità amministrative, con bilanci puntualmente bocciati dai revisori e dal Consiglio, oltre che dalla solita Procura che pare abbia fatto qualche giorno fa, la solita puntatina per un caffè negli uffici del Municipio.

Maria Elena Iaverone è un'autentica frana nel suo mestiere di responsabile dei bilanci, e le milionate che le sfuggono qua e là, ormai sono diventate parte dei racconti per i più piccoli.

Bravissima come il suo datore di lavoro a fare proclami e grandi dichiarazioni, non ne indovina una, e forse, anzi no, siamo certi, ne risponderà al Procuratore Cantelmo: 

dimenticare i pignoramenti, i debiti del Teatro o quelli dell'Acs, o questi ultimi otto milioni, sembra uno scherzo di cattivo gusto.

Invece no, questa signora, che ha quale curriculum le conoscenze politiche di papà, ex provveditore agli studi in città, nutre anche ambizioni particolari, perché si sente d'aver fatto bene: 

spera di essere candidata dal partito dei perdenti, a sindaco di Avellino.

Beh, nu mezz'osigaro e na croc'ecavaliere, non si neg'anisciuno, diceva Vittorio Emanuele II, per cui l'attacco alla diligenza è partito: 

Cipriano, Anzalone, Festa e tanti altri, in cui batte un cuore impavido e giusto, sicuri della propria superiorità culturale, intellettiva e morale, si propongono da soli, senza essere scelti da nessuno, perché alla fine che volete, sarebbe solo una perdita di tempo aspettare che qualcuno s'accorga che sei il più migliore assai...!



Intanto la città continua a essere sbeffeggiata, e chi dovrebbe fare il proprio lavoro, comandante Arvonio, se ne esce con tranquillizzanti valutazioni contra legem: 

tollerare la chiusura di una strada per chi ha figli piccoli, secondo quanto ha dichiarato, significa esasperare e penalizzare chi corra in ospedale o a casa da un anziano in pericolo...!

Ma scopriamo che ormai è difficile spiegare l'ovvio, il comandante ha un ordine di idee mutuato dalle sue esperienze pregresse, che non pare siano in linea con il proprio ruolo.

RDM

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