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martedì 16 dicembre 2014

Avellino: piccola indagine ospedaliera.

www.orsettodigimmi.blogspot.com


Sono stato in ospedale, al Moscati, l’elefantiaca opera che ha cancellato il vecchio nosocomio ed annullato le nuove aree in costruzione, per una logica di spreco che supera abbondantemente il buon senso, purché si appaghino le esigenze economiche dei soliti noti, un po’ alla romana, per capirci, tanto Pantalone, noi, paga.

C’ho passato la mattinata e se devo indignarmi per un progetto idiota (spazi sprecati, assenza di parcheggi utilizzabili ed aree chiuse seppur disponibili…),  per logistiche sbagliate (vedi i carico e scarico), o per un pronto soccorso ridicolo…il bar, poi, meriterebbe un libro.

Evidente l’assegnazione progettuale per le solite ragioni clientelari che ci hanno reso famosi in Italia.

Ovviamente desterò ulteriori malumori, come capita ai Carabinieri quando arrestano qualche malavitoso: sono odiati perché hanno fatto il proprio lavoro, anche osteggiati dalle famiglie che si lanciano contro i militi con violenza, urla e offese.

Ve l’ho detto, a giugno ho subito eguale trattamento dalla Polizia Municipale, in divisa ed in borghese.

E di più, perché sanno che non ho lo stipendio dell’Arma, ed anzi s’indignano perché sono così stupido da farlo gratis, pur sapendo che non caverò un ragno dal buco, come mi ha chiarito un simpatico portantino che ho conosciuto, giovane, ma già esperto della vita.

Sono d’accordo, gli ho risposto, ma almeno smuoverò il sistema nervoso di qualcuno che almeno soffrirà…il mio nuovo amico ha riso divertito.

Ed intanto ci muovevamo cercando di raggiungere la sala operatoria: malati e pazienti sulle lettighe  oltrepassavano interi corridoi a contatto con i batteri del pubblico e della loro curiosità, non sempre benevola.

Poi ci sono gli informatori scientifici che superano qualsiasi porta e te li trovi dappertutto: un brutto sogno con un bel finale.

I medici, che salvando la pace di qualcuno, sono magnifici.

Ne basta uno, uno solo che ti accolga con un sorriso e che abbia una sua storia, di quelle che racconteresti ai tuoi nipoti per conciliarli con la vita, perché il mio viaggio nel dolore di stamane, abbia le sue ragioni.

RDM








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