L’iniziativa di
domenica mattina da parte dei volontari amanti degli animali, davanti alla
Chiesa del Rosario di Corso Vittorio Emanuele, ha dato molto fastidio.
Come al solito,
Avellino non ama chi scuote l’equilibrio delle cose, chi improvvisamente,
decida di dare una scossa alla sonnecchiante abitudine del quotidiano.
Vedere gente che si
frapponeva con l’ordine costituto della Chiesa e delle Istituzioni ha creato disagio:
quella gente avrebbe potuto anche incominciare a pensare da sola su materie che
non le “competono” da sempre.
Digos, Carabinieri,
Polizia di Stato e Municipale, si alternavano davanti al sagrato del Rosario,
per controllare pericolosi sovversivi che con cane a guinzaglio, manifestavano
il proprio disappunto ad una cittadinanza egoista ed un prete gretto, che a
Natale, tanto per scoprire fede e carità, hanno preso a calci un cucciolo
randagio che ama frequentare la Chiesa con dedizione ed attaccamento che ha del
soprannaturale.
Figuriamoci se un
personaggio che conosco bene, qual è il parroco padre Francesco, ed i cittadini
che si scostano per evitare contaminazioni, quando incrociano un povero
sfortunato a quattro zampe, avrebbero potuto supporre tale eventualità.
La materia delle decisioni non spetta al popolo che va
asservito e non deve alzare troppo la testa; ogni tanto gli si dia un osso per
giocare a far finta di contare, ma poi torni immediatamente all’ovile senza
troppi belati.
Qualcuno si lamenta che
il Pd e la sua corretta espressione di nullità, il sindaco, non sappiano
governare la città che resta agli ultimi posti in Italia per vivibilità?
...Beh, compriamoci
qualche sondaggio e facciamo contenti questi imbecilli di cittadini (Italia
Oggi ci ha reso primi in Campania…!).
Insomma, cari amici dei
deboli, cercate di far tesoro della
mobilitazione istituzionale, quella cieca ed assente davanti agli abusi sulle
aree pubbliche, quali occupazioni illegittime o legalizzazione del commercio di merce falsa
(P.zza Kennedy), dinanzi alle discariche a cielo aperto, o al monopolio
musicale di Cipriano e Santaniello, e ancora, lo sperpero del denaro pubblico tra
incarichi ed emolumenti, e la sporcizia ed il decoro del verde e delle strade.
Ognuno di voi che
legge, certo avrebbe tante cose ancora da suggerire, ma il senso della vergogna
che questa piccola cittadina fondata sulla clientela, che significa servilismo,
o meglio ancora, schiavitù del corpo e della mente, trasfonde nelle azioni, i
commenti e gli atteggiamenti, mi ricorda continuamente quanto sia giusta la
scelta della pecora nel gonfalone nell’indicare la personalità emulativa, ma
sbagliata pensando alla bontà
dell’animale che non a caso è stato preso ad immagine di Gesù.
RDM
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