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venerdì 17 ottobre 2014

Avellino: un monumento inquietante...


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Questa ormai da tempo non è più la città di Luigi Amabile, di Enrico Cocchia o Scipione Bellabona.

Da quando sono calati i De Mita o i Mancino , la ricorderemo perchè ha dato i natali a Gigetto Marzullo e Milly D'Abbraccio: nuovo stile, altro gusto.

La caduta verticale non c'è stata solo nella politica, ma nell'etica e nello spirito.

E' una città volgare,  che non ama la bellezza, non conosce la cultura se non quella dell'immagine che la vuole al Teatro Gesualdo per fare passerella;  è la città di questo mausoleo innalzato davanti al Tribunale con festeggiamenti musicali e benedizioni religiose e amministrative.

Tutto quanto esiste è di cattivo gusto, dai finanziamenti al prete della Chiesa di Costantinopoli, a quelli per la Caritas di Mele, dalla manutenzione delle strade ai comportamenti dei vigili urbani: la stele a mò di pilastro nasconde all'interno un corpo che s'intravede...!

Il buon gusto, questo sostantivo aggettivato, è un illustre sconosciuto; giorni fa  le minacce di morte al Procuratore Capo ed al Presidente del Palazzo di Giustizia. Dopo qualche settimana, inauguriamo un pilastro che ricorda i cadaveri annegati nel cemento dalla mafia.

E l' epigrafe "ti accorgi di quanto il lavoro possa renderti libero solo quando il lavoro ti ha oramai gravemente ferito" mi sembra un avvertimento, a parte la  frase scadente.

Questa è Avellino, ed il mio amico Nicola non deve rammaricarsi delle difficoltà insormontabili che si trova a combattere amministrativamente, perchè gli avellinesi sono loro, e noi  solo ospiti...!

RDM





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