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giovedì 28 agosto 2014

Avellino: la città che non esiste....


Avellino, lo sappiamo, è prima per in-vivibilità, per dis-amministrazione, per in-capacità sociali e sportive, per l’inedia dei suoi cittadini, per i furbetti che vivono da questuanti, e fra questi preti, disoccupati, pensionati, impiegati, professionisti dell’organizzazione dell’evento inutile.

Gli assessori ed il sindaco, il prode Paolo Foti, restano ombre che si aggirano tra le mura municipali senza una propria materia, nessuno, dopo aver parlato con
uno di loro, è sicuro dell’esperienza: era un sogno, o esiste..?

Dopo un po’ si rende conto d’aver sognato, in pratica sono nomi scritti sulle porte;

 gli effetti della loro esistenza si avvertono esclusivamente dalle negatività: i topi, le buche, il verde delle aiuole e delle aree destinate agli animali domestici, le discariche a cielo aperto, l’Alto Calore, l'edilizia, il ritiro delle raccomandate…

Ogni cosa non è funzionale alla città, i consiglieri di maggioranza e minoranza, gareggiano per il primo posto dell’inefficienza, i comunali per quello  dell’abulia.

I commercianti nella disorganizzata tristezza della mancanza di professionalità amano il lamento, i giovani sempre nell’attesa del messia, combattono con l’alcool, la droga e la violenza.

Questa è la città giardino, europea o futura, secondo la moda renziana dei proclami avulsi dal reale;

così è sprofondata dai crateri creati dai vari mancino,  de mita o gargani, nell’abisso senza fine dei galasso, dei de luca, dei d’agostino.

Non ci resta che “pianto e stridore di denti”..d’evangelica memoria.
RdM



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