Avellino, lo sappiamo, è prima per in-vivibilità, per
dis-amministrazione, per in-capacità sociali e sportive, per l’inedia dei suoi
cittadini, per i furbetti che vivono da questuanti, e fra questi preti, disoccupati,
pensionati, impiegati, professionisti dell’organizzazione dell’evento inutile.
Gli assessori ed il sindaco, il prode Paolo Foti, restano
ombre che si aggirano tra le mura municipali senza una propria materia,
nessuno, dopo aver parlato con
uno di loro, è sicuro dell’esperienza: era un sogno, o
esiste..?
Dopo un po’ si rende conto d’aver sognato, in pratica sono
nomi scritti sulle porte;
gli effetti della loro esistenza si avvertono esclusivamente dalle negatività: i topi, le buche, il verde delle aiuole e delle aree destinate agli animali domestici, le discariche a cielo aperto, l’Alto Calore, l'edilizia, il ritiro delle raccomandate…
gli effetti della loro esistenza si avvertono esclusivamente dalle negatività: i topi, le buche, il verde delle aiuole e delle aree destinate agli animali domestici, le discariche a cielo aperto, l’Alto Calore, l'edilizia, il ritiro delle raccomandate…
Ogni cosa non è funzionale alla città, i consiglieri di
maggioranza e minoranza, gareggiano per il primo posto dell’inefficienza, i
comunali per quello dell’abulia.
I commercianti nella disorganizzata tristezza della
mancanza di professionalità amano il lamento, i giovani sempre nell’attesa del
messia, combattono con l’alcool, la droga e la violenza.
Questa è la città giardino, europea o futura, secondo la
moda renziana dei proclami avulsi dal reale;
così è sprofondata dai crateri creati dai vari mancino, de mita o gargani, nell’abisso senza fine dei
galasso, dei de luca, dei d’agostino.
Non ci resta che “pianto e stridore di denti”..d’evangelica
memoria.
RdM
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