Antonio Manganelli, vecchio cantante avellinese, partecipò con tanti colleghi cittadini, al solito concorso per commissario di pubblica sicurezza, come si diceva allora.
Tutti lo vinsero come accadeva in quei tempi per interposizioni divine che portavano il nome di De Mita e Mancino, e tanti ragazzi partirono e fecero la propria strada che in seguito, ovviamente benedetta, provvidero a costellare di successo arrivando minimo al grado di Questore.
Il ricordo vero, quello che non rimane gretto, sa bene che le cose andarono così e che quei ragazzi poi hanno fatto la propria strada: qualcuno si è perso, non rispettando la fortuna che li aveva illuminati, ma il resto, facendo il proprio dovere, ha portato avanti la sua esistenza.
Tanti impiegati dello Stato hanno prodotto con il proprio lavoro; anch'essi onesti e seri operatori della cosa pubblica, ma nessuno li ricorda dopo morti, perchè se hanno fatto della dignità il proprio credo, non meritano la spesa di una parola o di un pensiero.
L'ipocrisia di questa società, dà luogo solo a commemorazioni di chi ha contato molto: io credo che Manganelli e ripeto, era un'ottima persona, abbia esplicato un bel lavoro, ma passerà alla storia solo per essere stato il dirigente pubblico che ha guadagnato più di tutti i dirigenti pubblici del mondo, persino più del Presidente degli Stati Uniti.
La memoria che invece io gradirei, è quella di chi nella povertà od indigenza ha provato ad aiutare il prossimo, chi, come Giorgio Mario Bergoglio, ha rischiato la sua vita per difendere i meno abbienti; chi ha fatto della sua esistenza un riferimento sociale ed un'attesa per chi non ha voce.
Non vorrei essere frainteso, anche se so che gli idioti costellano il Paese, se no come saremmo a questo punto?
Maradona sarà ricordato per essere stato il più grande calciatore di ogni tempo: io vorrei non fosse mai nato!
Immagino quanti ragazzi abbiano fatto uso di stupefacenti per emularlo: quanti hanno fatto uso delle armi contro mogli, figli o per una discussione in strada, perchè il Pibe prendeva a fucilate i giornalisti o chi si affacciava troppo alla sua villa; quale è stato l'insegnamento di un grande campione a chi lo adorava, rispetto all'abbandono dei figli?
Abbiamo avuto in questa provincia imprenditori e gente che si è battuta per gli altri; persone che hanno lavorato e prodotto lavoro, hanno animato famiglie e comunità, hanno contribuito allo sviluppo del territorio ed alla crescita dei nostri figli in una società sana che ci ha contraddistinto, amando Avellino, senza mai abbandonarla.
Ebbene raramente sono stati ricordati: non è questa la vera ipocrisia?
RdM
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