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martedì 10 marzo 2015

Avellino: Biagina non c'è più...


  
Quando si preparava il ballottaggio delle ultime amministrative, Paolo Foti, con quell’enfasi falsa che lo contraddistingue, incontrò i gruppi di volontariato avellinesi presso il Caffè Letterario, ed alla presenza di esponenti del suo Pd che gli facevano da ala, assunse l’impegno di fornire un suolo comunale sul quale realizzare un parco per animali randagi, secondo i canoni della legge che lo prevede.
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Ovviamente, oggi, dopo aver pesato il soggetto, e dopo averlo trovato mancante, non è una sorpresa scoprire l’inganno in un individuo senza parola e che l’unica schiena dritta che ha visto nella sua misera esistenza, sia stata nei suoi sogni, in quelli che gli rimarcavano la pochezza del suo essere.

La città, oltre ad essere imbrogliata impunemente, si è vista penalizzata anche del suo "Rifugio" di dolore: il Comune è intervenuto a smantellare qualche casetta in legno poggiata su un terreno di 300 mq. che ospitava una decina di randagi.

Caro Paolo Foti, tu non hai la sensibilità per capire, tu non provi sensazioni d’altruismo, tu vivi la tua vita prescindendo dagli altri, di quelli che soffrono e che piangono per due occhi che si chiudono mentre  braccia amorevoli e cuori sanguinanti restano nella propria angoscia.

Stamattina Biagina, una cagnolina malata si è spenta tra le braccia di chi l’ha curata con amore e dedizione, di chi l’infilava in una manica di lana, per aiutarla nel suo dramma, cercando d’intuire quanto soffrisse, dividendone il dolore senza un attimo di tregua.

Ma tutto ciò fa ridere, che importanza può avere una vita così insulsa che ci lascia: non aveva conti in banca, né potere o patrimoni, erano solo due occhietti sempre aperti che amavano chi le dava pace e amore, ed ora ha tolto il disturbo, in silenzio, senza disturbare.


Abbiamo pianto, stupidamente, forse, ma quando anche noi non ci saremo più, siamo felici che ad accoglierci troveremo lei, Biagina, finalmente guarita, pronta a restituire una gioia oggi perduta, che un uomo senza parola, dal basso della sua supponenza, non potrà mai capire.
RDM


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